Profughi accolti a Mondovì

Sono scesi dal pullman quasi in perfetto silenzio. Con addosso gli unici vestiti che avevano e in mano qualche sacchetto di plastica. Così in silenzio che la città, alla fin fine, se ne è accorta solo perché se ne è parlato al bar o su Facebook. «Arrivano i profughi», la segnalazione è piombata a Mondovì a metà della scorsa settimana. Sono 27, sono fuggiti dalla Libia e sono stati ospitati dall’hotel “Alpi del Mare”.
Sono arrivati a metà giornata di un venerdì, era il 9 maggio, a bordo di un pullman partito da Cuneo e scortato da due auto dei Carabinieri. Hanno quasi tutti venti, trent’anni o giù di lì. Sono scappati dalla Libia, oggi un Paese completamente nel caos, per salvarsi la pelle. Hanno mollato famiglie, amici, moglie e figli e il lavoro (che là magari avevano), per non morire ammazzati. La stragrande maggioranza sono di origine pakistana, assieme a due nigeriani e due sudanesi. Le operazioni di arrivo, coordinate dalla Croce Rossa di Cuneo, si sono svolte senza intoppi. I profughi non hanno quasi nulla con loro: hanno bisogno di scarpe, vestiti, biancheria. La Caritas diocesana di Mondovì si sta già attivando per procurare lo stretto necessario. La prima identificazione è avvenuta a Cuneo, assieme a uno screening sanitario di base. «Sono orgoglioso del lavoro dei numerosi volontari – ha dichiarato il presidente provinciale della CRI di Cuneo, Livio Chiotti – che, anche in questa importante data per la nostra Associazione, sono al lavoro fin dalla prima mattina per garantire l’accoglienza agli ospiti in arrivo». Il personale dell’albergo conferma che i profughi sono assolutamente tranquilli. Non si conosce ancora la durata del soggiorno a Mondovì: è la Prefettura a stabilire i termini, che non vengono fissati a priori nel contratto con l’albergatore. Nelle prossime settimane cominceranno le procedure per le richieste di asilo politico.
Nonostante non ci sia stato alcun problema di ordine pubblico, il sindaco Stefano Viglione esprime le sue perplessità: «Quando la Prefettura ci ha informato dell’arrivo è stata una notizia inattesa, considerato che come Comune avevamo rappresentato la mancanza di strutture pubbliche idonee e libere. L’arrivo a Mondovì è dovuto alla disponibilità dell’albergatore». Il Comune ha già avuto contatti con Forze dell’ordine e organizzazioni sociali del territorio, per assicurare un controllo della situazione. «Ma non posso che esprimere alcune perplessità – continua Viglione –. Mi chiedo come sia possibile che il nostro Paese continui a essere abbandonato su questa emergenza che dovrebbe essere affrontata in una logica europea».