Decisione choc: “Niente fiera del miele”
Il Comune di Montezemolo attraverso un provvedimento di Giunta ha deliberato di annullare la Fiera del miele, che si svolge da 34 anni (quella del 2014 sarebbe stata la 35ª edizione), un evento di valenza non solo regionale ma nazionale che ha dato lustro per tantissimi anni al paese, che è diventato nel tempo componente dell’Associazione nazionale “Le Città del miele”.
Le ragioni di questa decisione, sono state sintetizzate dal primo cittadino neo eletto Giuseppe Taramazzo: «Quando ci siamo insediati come nuova Amministrazione, abbiamo realizzato che il tempo a disposizione per l’organizzazione della Fiera era troppo poco. Inoltre avevamo idea di pensare a una razionalizzazione dei costi, però è una cosa che va studiata e pensata con calma, un mese è troppo poco, si rischiava di fare un lavoro mal fatto. L’avvicendarsi dell’Amministrazione ha fatto sì di arrivare proprio a ridosso del primo fine settimana di luglio. Senza considerare che i costi sono troppo elevati, sappiamo quanto spendiamo ma non quanto rientriamo e i contribuiti in arrivo sono sempre meno di una volta. Per queste ragioni abbiamo pensato di non svolgerla per quest’anno, ma questo non vuol dire che non verrà più fatta. Con calma penseremo al prossimo anno con la realizzazione di un evento riorganizzato».
La manifestazione ha nel corso del tempo fatto conoscere il Comune di Montezemolo promuovendo il miele come prodotto naturale e l’apicoltura come risorsa economica della zona.
Il provvedimento ha incontrato netta contrarietà dall’opposizione consigliare formata da Giovanni Zunino, Graziella Isnardi e Sebastiano Massa.
Spiegano dalla minoranza: «In realtà negli ultimi anni lo spirito originario è stato abbandonato e la stessa manifestazione è stata in parte snaturata. Infatti la connotazione che ha assunto, le ha fatto perdere le caratteristiche di località, legata quindi ai prodotti del territorio, sia agricoli che di artigianato, volgendosi verso prodotti e mercati a livello nazionale, con costi eccessivi che sono ricaduti sul bilancio comunale. Uno dei punti salienti del nostro programma riguarda il rilancio della stessa Fiera tradizionale, riportandola però ad assumere un aspetto più legato al nostro territorio, alla nostra cultura e alla valorizzazione dei prodotti locali e dell’apicoltura. La Fiera deve ritornare a essere manifestazione capace di valorizzare il miele come prodotto utile a produrre reddito per i cittadini che possono diventare apicoltori, deve essere un punto di riferimento per gli apicoltori del Piemonte e della Liguria e deve valorizzare il territorio di Montezemolo con costi decisamente più contenuti ed oculati di quelli attuali facendo leva sulla collaborazione degli abitanti di Montezemolo col volontariato, il tutto legato ad un nuovo rilancio del centro polifunzionale ove è presente la Mielotecaitaliana® che ormai è chiuso quasi permanentemente. In quest’ottica, il gruppo di minoranza offre al sindaco la disponibilità a collaborare per l’urgente realizzazione della 35° edizione della Fiera del Miele per evitare di disperdere un patrimonio trentacinquennale, e cosciente dei problemi economici che di questi tempi hanno gli amministratori propone di ridurla per quest’anno eventualmente ad un solo giorno».
Uno degli ideatori della manifestazione fu l’ex sindaco Secondo Robaldo che si è definito “sconcertato” da quanto stabilito dalla Giunta: «Io sono stato il presidente de “Le Città del miele” per un mandato come sindaco di Montezemolo, collaborando con grandi città che hanno come prodotto tipico il miele. E’ stata una grande collaborazione cha ha dato al nostro paese lustro e orgoglio. Tanto è stato fatto negli anni per la Fiera, per farla arrivare a grandi livelli. Le difficoltà non sono mai mancate e le risorse sono state reperite con tanto impegno e non senza problemi. Noi abbiamo sempre cercato i contribuiti e il sostegno economico di Fondazioni e Enti. Fa male oggi vedere come una grande fiera con 34 anni di esperienza finisca così. Con l’annullamento della fiera il Comune rinuncia così a più di 30 mila euro di contributi che Montezemolo poteva avere per promuovere le proprie peculiarità e per organizzare qualche cosa di bello».