«L’ecologista “di concetto” Costa non ritiene che da solo il messaggio possa assorbire tutto il senso della proposta formale fino a ridurla a un pretesto. Il concetto è importante, ma non è una parola d’ordine, un diktat di malcelata vocazione totalitaria, anche quando vorrebbe essere il contrario: è, molto più democraticamente, e anche garbatamente, l’invito a riflettere su argomenti d’interesse comune, senza però alcun obbligo da parte nostra di accoglierlo. Dipende dalla nostra sensibilità, dalla nostra intelligenza; dipende ancora di più dal modo in cui l’artista riesce a esprimere quel certo concetto. La sfida che affronta è allora quella di fare in modo che il messaggio sia perfettamente incorporato in una forma capace di comunicare non solo un concetto, ma di esprimerlo secondo valenze più efficaci delle parole nei discorsi diretti». Il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi ha colto l’essenza più pura dell’arte di Christian Costa. E l’ha apprezzata tanto da decidere di promuoverla inserendola in un’esposizione voluta per “sdoganare” i giovani artisti di oggi, quelli che lui ritiene talentuosi e promettenti. Approdare a “Porto Franco”, mostra allestita da Sgarbi e dalla casa editrice palermitana “EA Editore”, nella suggestiva cornice di villa Castelnuovo nel centro di Palermo dal 28 giugno al 5 luglio, è stato tutt’altro che scontato. Christian, come altri 3.000 artisti italiani, ha ricevuto l’invito dalla casa editrice e ha inviato un bel po’ di materiale fotografico per documentare le sue opere. Il passaggio successivo era la selezione di Sgarbi: solo 101 hanno ottenuto l’ok. E, tra questi, lo scultore bagnaschese ha pienamente convinto il noto critico che non gli ha risparmiato complimenti. Christian ha portato a Palermo uno dei suoi “Mondi ammaccati” da parete, dedicato a “Sei personaggi in cerca di autore” di Pirandello. «Vedendo la serie dei “Mondi ammaccati” – prosegue Sgarbi – perfetta coniugazione formale del concetto ecologista “la Terra viene offesa” trasposta anche in piano e con corredo di testi scritti nella variante “World’s Words”, ho pensato che certe riuscite invenzioni sarebbero piaciute a Armando Testa, maestro della moderna pubblicità italiana. Costa se ne dovrebbe rallegrare: quando la forma assolve totalmente la funzione per la quale è stata ideata, non è più pubblicità, è arte, e di primo livello». «Sono molto soddisfatto del nostro incontro – commenta lo scultore bagnaschese – e delle critiche che Sgarbi mi ha dedicato, capaci di rispecchiare a pieno la mia reale convinzione artistica».