Lunedì 14 luglio, presso Casa “Regina Montis Regalis” al Santuario, si sono ritrovati i sacerdoti e diaconi, che hanno vissuto l’esperienza dei tre giorni del “Piccolo corso di cristianità” (“Cursillo”), in occasione della preparazione al 25ennale del movimento in diocesi. Molto ricche le testimonianze provenienti da realtà profondamente diverse: chi ha parlato dell’accoglienza trovata dopo il suo arrivo dall’Africa, chi ha offerto la prospettiva del movimento in Brasile, chi ha ricordato i primi che hanno lanciato il movimento in diocesi e che ora non sono più tra noi, chi ha ringraziato di essere stato invitato, benché malato o in carrozzina, chi ha evidenziato la disponibilità a dare tutto il suo supporto, nonostante i molti impegni o il peso degli anni.
Tutti unanimi nel sottolineare come gli inizi del cammino in diocesi abbiano suscitato una ventata di gioia ed entusiasmo, siano stati un itinerario di formazione all’insegna della voglia di condividere una forte esperienza di Chiesa nella quotidianità, in modo semplice e familiare. Col tempo non sono mancate le difficoltà, gli alti e bassi, forse anche le paure e le incomprensioni. Adesso c’è bisogno di riprendere quota nell’incoraggiamento e nel sostegno reciproco. Di qui l’esigenza di riscoprire il carisma di partenza del “Cursillo”, il bisogno di rilanciare il servizio alla comunità diocesana, a cui tra l’altro il movimento ha offerto parecchi diaconi, la necessità di ravvivare le realtà familiari, parrocchiali e lavorative in cui ognuno è inserito, mettendoci tutti in rinnovato e fedele ascolto della Parola di Dio e saldi nella speranza che il Maestro ci precede e ci accompagna, quando ci mettiamo in gioco per la costruzione del Regno.
Così i numerosi sacerdoti presenti hanno lasciato al gruppo di laici, che coordina l’attività in diocesi, l’invito a dare spessore alla loro formazione individuale e di gruppo, ad avere il coraggio di uscire in mare aperto, a diventare un segno per comunicare la bellezza della vita cristiana, a cominciare dalle piccole realtà dei nostri ambienti quotidiani o dei nostri paesi. Ad essere dei risorti, che diffondono la buona notizia della vita nuova, che si scopre quando si vive profondamente l’incontro con il Salvatore, a non avere paura davanti al rifiuto o alle risposte negative, ad adoperarsi come fedeli laici perché questo piccolo strumento divenga un cammino di evangelizzazione e, insieme con tante altre realtà di parrocchie e movimenti, sia un segno dello Spirito che prepara una nuova primavera nella nostra Chiesa.