Collisioni-Mondovì: nuovo incontro… e una riflessione
Dialogo fra “Collisioni” e Mondovì: si continua. Il sindaco Viglione ha in agenda un nuovo incontro con gli organizzatori della mega-kermesse di Barolo: dovrebbe svolgersi verso metà settembre, forse già la prossima settimana. Ne parlavamo in un ampio servizio sul numero del 30 luglio.
Tutta la vicenda nasce alcune settimane fa quando, all’indomani dell’edizione 2014 di “Collisioni” (evento che ha portato in Langa nientemeno che Deep Purple, Elisa e Neil Young), il patron dell’organizzazione Filippo Taricco dichiarò a “La Repubblica” che era tempo di prendere decisioni sul futuro del festival. Qualcuno su Facebook, nell’ormai popolare gruppo “Caffeina”, lanciò l’ipotesi: «Pensate se si facesse qualcosa qui a Mondovì…». La settimana dopo, su queste pagine, un’intervista al direttore artistico Taricco svelava un retroscena mai emerso prima: che il dialogo tra l’organizzazione e il Comune c’era stato. Un dialogo interlocutorio, hanno spiegato sia il Comune che Taricco, non finalizzato a “spostare” la manifestazione ma a gettare le basi per una collaborazione. E così, dopo le notizie apparse sui giornali, quel dialogo è proseguito. Il Comune si è rimesso in gioco e ha avuto un nuovo colloquio con gli organizzatori di “Collisioni” nella prima settimana di agosto. Non esistono ancora ipotesi vere e proprie, ma l’idea potrebbe essere quella di portare qua eventi “satellite”, così li ha definiti il Comune, sulla scia di quanto già avviene altrove.
Il sindaco e gli organizzatori di “Collisioni” si incontreranno nuovamente a settembre. Uno dei nodi da sciogliere, se le idee dovessero concretizzarsi, sarà sicuramente quello dei partner privati.
L’erba del vicino è sempre la più verde
VITER LUNA
Ho seguito con curiosità il modo in cui parte della città, a seguito dell’intervista de “L’Unione” al direttore artistico di “Collisioni” o riprendendo la notizia sui social network, ha reagito all’idea che il principale festival letterario-musicale del Piemonte potesse toccare anche la nostra città. Da collaboratore della testata nella rubrica “Culture Club 51”, ho avuto la fortuna di uno sguardo privilegiato sull’argomento, interessandomi di musica su tutto il territorio provinciale. Se da un lato sono rimasto sorpreso nel vedere come tanta gente si sia sentita coinvolta quando si parla di rendere più viva Mondovì dal punto di vista culturale, da un’altra ottica ne sono stato profondamente sconcertato. Per ricondurre il tema al nocciolo, il pensiero di fondo si può sintetizzare con la frase “ogni lasciata è persa”. Indubbiamente ricorrere a questo adagio come sorta di chiamata alle armi è un primo e forte elemento per invertire la tendenza; al tempo stesso mi verrebbe da rilanciare il dibattito esortando ad alcune riflessioni.
Quanti, fra coloro che hanno preso parte o che hanno provato a farsi un’idea in merito a questo argomento, conoscono e “consumano” l’offerta musicale a Mondovì? Da quella più istituzionale promossa dal Comune e dall’“Academia Montis Regalis” all’Associazione della Banda Filarmonica o a chi fa Tango in loco. E non solo: ormai da molti anni si conta l’impegno della Scuola Media Musicale, o quello della Scuola di Musica e delle “Cucine Musicali”, per non parlare dei concerti estivi organizzati dagli “Amici di Piazza” e di quelli (quest’anno ottimi di “Cyborgs” e “Levante”) in occasione della “Mostra dell’Artigianato”. O i “live” di band locali proposte settimanalmente nei locali della città, il “Concert1no” dello scorso 1 maggio, le attività della Consulta giovanile o il lavoro di “MondoQui” in tema di rap, o ancora, e concludo, con l’ultimo evento nato in termini di tempo che verrà proposto il 13 settembre a Parco Europa. Tante realtà, tante teste, ognuna con il suo cappello: forse poche di queste avranno la capacità di resistere a lungo, ma testimoniano una realtà che brulica di proposte; le idee e le braccia per dare un’offerta nella nostra Città ci sono o ci sarebbero, ma sempre in modo molto frammentato, e poco conosciute, e sopratutto ancor meno fruite. Quello che manca e si avverte in modo forte sul territorio (e Mondovì non ne è che un esempio) è una spinta aggregativa, che porti la popolazione agli eventi proposti. Esagero, provoco e rilancio: viste le notizie che corrono, Mondovì ha davvero bisogno di Collisioni?
Il nodo sta nelle scelte che vengono fatte, programmate e sviluppate in maniera organica perché si possa confezionare un “prodotto” capace di portare novità in termini culturali e di creare ricadute positive. Dove sta la forma e dove la sostanza? La nostra città si dovrebbe porre domande di alto profilo, meno scontate, su come immaginare almeno dal punto di vista culturale il proprio futuro: è un discorso che andrebbe snocciolato su più livelli e che conduca a una discussione profonda, capace di coinvolgere chi “tira le fila”, ma anche “gruppi” o Associazioni che, da soli, potrebbero fare ben poco.
Il grosso rischio è che si perdano vere occasioni o che la prossima volta che si presenti un’offerta allettante non si abbia la capacità di riconoscerla finendo così, come spesso accade, a credere che l’erba del vicino sia sempre la più verde.