Unione di intenti sull’ex-Acna?
Fino a qualche anno fa pensare che gli amministratori di Cengio e Saliceto potessero avere una base comune di dialogo sarebbe stato impensabile. Erano gli anni in cui tutto Cengio era arroccato a difesa dell’Acna e Saliceto diviso fra difesa ed attacco dello stabilimento chimico. Ora l’Acna non c’è più, almeno intesa come fabbrica in attività. Esiste ancora un presidio per monitorare la situazione, gestito dalla società subentrata ad Acna, la Syndial. Ora i tempi sono cambiati ed i due paesi si trovano giocoforza a fare i conti con problemi in gran parte comuni, primi fra tutti la mancanza di lavoro e il tentativo di arrivare ad un risarcimento del danno ambientale. Partendo da queste considerazioni, evidenziate dalle affermazioni comparse sul numero scorso del giornale rispetto al tavolo tecnico dei Comuni cuneesi a valle dell’Acna, è balzato agli onori delle cronache il fatto che Saliceto e Cengio debbano fare fronte comune nell’ottica del risarcimento, essendo i due paesi più direttamente coinvolti. Con questo presupposto ho chiesto ai due sindaci, Sergio Marenco, Cengio, e Enrico Pregliasco, Saliceto, di esprimere la loro opinione in merito. «È del tutto evidente che Saliceto e Cengio sono i due paesi più colpiti sia dalla mancanza di lavoro a seguito della chiusura dell’Acna, sia danneggiati dal punto di vista ambientale – spiega Marenco –, in quanto i più vicini alla fonte inquinante. È quindi nei fatti che le due Amministrazioni debbano parlarsi per agevolare il processo di quantificazione del danno e quindi accorciare i tempi per arrivare all’obiettivo. Per quanto riguarda più specificatamente il mio Comune, tengo a sottolineare che, essendo in pratica l’unico paese ligure coinvolto, abbiamo già provveduto a quantificare la parte di risarcimento che, a nostro avviso, ci compete e siamo quindi immediatamente pronti per andare alla trattativa con Eni. Per quanto riguarda la questione complessiva, noi siamo ancora fermi alla suddivisione che aveva alcuni anni fa proposto il Ministero dell’Ambiente: 25% Liguria, 75% Piemonte». Quasi identica è la posizione di Pregliasco: «Sta nei fatti che Cengio e Saliceto debbano raccordarsi per risolvere questa importante, probabilmente decisiva partita per il futuro dei due Comuni. Proprio perché i più danneggiati, sia dal punto di vista occupazionale che da quello ambientale, dobbiamo fare fronte comune per arrivare in tempi brevi alla quantificazione del danno. Per quanto riguarda Saliceto aggiungo inoltre che logica vorrebbe che il risarcimento nella parte piemontese fosse determinato a scalare in funzione della vicinanza alla fonte di inquinamento e non in base alla forza politica dei vari Enti locali coinvolti. Sulla questione 75% e 25% sono perfettamente d’accordo». Se le dichiarazioni dei due sindaci si tradurranno in fatti concreti, considerata anche la decisa presa di posizione del tavolo tecnico dei Comuni cuneesi, la questione potrebbe avere soluzione a breve. Sul discorso piemontese, Pregliasco aggiunge: «Se non passerà politicamente la linea da noi propugnata e che prevede il risarcimento tarato in funzione della vicinanza a Cengio e quindi a decrescere lungo l’asta fluviale, si sappia che siamo intenzionati a far valere le nostre ragioni con una adeguata tutela legale».