Vicoforte: accuse, scuse e accuse, il Consiglio è una bomba a orologeria
È piena crisi di governo, a Vicoforte. Un clima pesante, denunciano Matilde Bonarelli e Serena Gasco, le “quote rosa” della Giunta, che hanno abbandonato gli incarichi di vicesindaco e assessore nei giorni scorsi. “Un contesto complessivo in cui si rilevano costantemente attacchi personali e comportamenti non propositivi e collaborativi per il bene comune del nostro paese”, scrive Serena Gasco nella sua lettera di dimissioni. Ma anche, forse determinante, un clima pesante all’interno della Giunta. «Sia chiaro – ha affermato il consigliere Renato Ferrua – che la crisi non l’abbiamo aperta noi, è all’interno della maggioranza e viene da lontano». Lo stesso ha sostenuto Umberto Bonelli, passato dai banchi della maggioranza a quelli della minoranza durante la prima seduta consiliare, che ha aggiunto: «Se gli attacchi personali sono chiedere uno spazio in Comune, frequentare la casa comunale per portare la voce dei cittadini o proporre la partecipazione ad un bando che poteva portare migliorie nelle telecomunicazioni; se queste sono le azioni forti, me ne assumo piena responsabilità». Indubbia, in effetti, la spaccatura tra il fronte tra Peirano e Bonarelli-Gasco, la giovane ex assessore al bilancio non usa mezzi termini: «Il clima che si è andato a creare nel corso di questi mesi sta diventando sempre più pesante per me nei confronti dell’assessore Peirano, anche di fronte ad atteggiamenti, taluni anche maleducati, e parole che non mi permettono di lavorare in tranquillità, dovendo fare attenzione anche a con chi e dove parlo». Insopportabile per Gian Pietro Gasco l’idea che qualcuno possa pensare che dietro alle dimissioni di sua figlia ci sia lui. «Soltanto un padre scellerato farebbe una cosa così. Non lo farei mai per il bene e per la stima che ho per mia figlia e per coloro che rappresentano la mia continuità».
Intanto, a restare silenzioso è il sindaco Dario Basso, cui non sono bastati i 1388 voti ottenuti ai seggi per “proteggersi” dalle spaccature interne. Non manca la solidarietà da parte della minoranza: «Non vogliamo che Basso vada a casa – ha affermato nei giorni scorsi Renato Ferrua –: non lo vogliamo per Basso, che è una brava persona e non lo vogliamo per il paese, che non lo merita. L’ho invitato ad andare avanti assicurandogli l’appoggio del nostro gruppo nel principio del rispetto reciproco. Riteniamo si possa lavorare insieme per portare a casa dei risultati». D’altra parte però le due rinunce di Bonarelli e Gasco risultano pesantissime, e le “dimissioni” sembrano essere qualcosa di più che un’ipotesi lontana. Nei prossimi giorni, la verità.