Commercio in centro VS centro commerciale
Dal commercio in centro, al centro commerciale. Mondovicino dista da Breo cinque chilometri, appena cinque minuti in auto: «Ma è stato abbastanza per creare il danno – è la sentenza di Carlo Comino, presidente di As.Com –, a sei anni di distanza purtroppo il risultato è questo». Il quartiere dei negozi è diventato il regno delle serrande abbassate. Ma Giacomo Caramelli, manager del centro commerciale, non ci sta a farsi puntare contro il dito ed è sicuro che il parco commerciale abbia portato benefici: «Il livello del commercio è salito – afferma – e non crediamo che Mondovì abbia avuto più chiusure che qualunque altro Comune».
Intervista a Carlo Comino, presidente AsCom:
Sei anni fa apriva Mondovicino, e in tanti dicevano: “Breo ne farà le spese”. È andata così?
«Sì, io credo di sì. La crisi ha sicuramente avuto il suo peso, ma sono convinto che Mondovicino abbia una sua responsabilità che si è sommata e ha peggiorato le cose».
Responsabilità di che tipo? Secondo lei, Mondovicino ha portato via clienti ai negozi di Breo, o non ne ha portati di nuovi come aveva promesso?
«L’una e l’altra. Forse l’afflusso sperato non è mai arrivato, e se è arrivato comunque si è “fermato lì”. Chi si reca a Mondovicino, e passa tre o quattro ore a fare shopping, poi non si sposta certo a Breo per fare altre spese. Non ne ha il tempo e, oggigiorno, non ha più neppure i soldi per spendere più di quanto ha già speso all’Outlet. Per contro, molta gente considera Mondovicino più comodo e ha abbandonato i negozi del centro».
(intervista completa sul numero del 22 ottobre)
Intervista a Giacomo Caramelli, responsabile MOndovicino:
Dott. Caramelli, tra i commercianti del centro storico di Mondovì persiste l’impressione che Mondovicino abbia avuto negli anni un’influenza negativa sul commercio locale, aggravando la crisi e portando alla chiusura di molte vetrine. C’è stata questa influenza?
«Da quando ha aperto Mondovicino, il livello del commercio in centro città si è elevato notevolmente. Questo effetto era previsto nella relazione socio-economica allegata al protocollo di intesa del 2002 e non ci pare si tratti di un’influenza negativa. In merito alle chiusure non crediamo che Mondovì negli ultimi anni abbia avuto in percentuale più chiusure degli altri Comuni piemontesi o italiani in genere, quindi non ci sentiamo di attribuire a Mondovicino una particolare influenza in tal senso. È altresì da considerare che, dopo l’avvio di Mondovicino, hanno aperto altre grandi superfici commerciali ed una terza aprirà a breve».
Un’altra tesi sostenuta dai commercianti: il centro commerciale non ha mai creato una vera sinergia con la città, chi visita Mondovicino “si ferma lì”. Le ragioni di questa distanza sono imputabili anche ad altro? È stata la città a non saperne approfittare?
«Non sappiamo chi affermi tale tesi o su quali basi la sostenga. Quello che è certo è che i flussi maggiori nel centro commerciale arrivano nei giorni festivi e non sappiamo quanto la città sia preparata in tali giornate ad accogliere eventuali visitatori. In ogni caso vi sono tantissime attività che si sono date da fare per promuoversi all’interno della nostra struttura ed hanno raccolto i frutti, pochissime di queste tuttavia sono di Mondovì».