«Qualche idea, per quel Teatro…»
Ospitiamo l'intervento di Gianni Ferrero, che torna sul tema del Teatro sociale
Che bello! Se ne riparla, si riparla del Teatro Sociale. Mi ascrivo un merito: quello di non aver mai cessato di riproporne il ripristino, pur sapendo che è una meta difficilmente raggiungibile ma conscio che il recupero è possibile. La gente lo vuole e oltre 1.500 monregalesi già nel 1996, quando durante la ventottesima edizione della Mostra dell’Artigianato (con l’ausilio della tesi di laurea dell’architetto Marco Manfredi) venne proposta nei locali del Circolo di Lettura una mostra-richiamo con l’esposizione di “pezzi” recuperati nel teatro, firmarono chiedendo il recupero e il riutilizzo di quella struttura. Il Teatro, con l’annessa ex Caserma dei Carabinieri, potrebbe diventare un interessante e unico in regione, polo dedicato all’attività teatrale ed a quella del cinema. Una scuola di recitazione che nel tempo potrebbe richiamare importanti protagonisti del cinema e del teatro a Mondovì. L’adiacente bella struttura della chiesa di Santa Chiara potrebbe essere facilmente adattabile a sala prove, l’Academia Montis Regalis, il coro Cantus Firmus, le compagnie teatrali monregalesi potrebbero trovare un locale idoneo per le prove e le esibizioni, si verrebbe a creare un polo artistico-musicale di grande livello. E poi… c’è quel Teatro! Il settimanale “OGGI” proprio nel 1996, in un inserto di grande interesse, aveva inserito il Sociale di Mondovì tra i sessanta monumenti italiani da salvare. Franca Varallo nel volume “Teatri Storici” dedica alcune pagine al Sociale di Mondovì definendolo importante anche per il suo “delicato apparato decorativo”. Sembra fuori luogo parlare di questi tempi del recupero di un teatro, ma non è così: sono certo che nel cassetto di un Ministero di Roma ci sono dei fondi non utilizzati per il recupero di strutture teatrali o similari e a tal proposito faccio un appello ai nostri politici: diamoci tutti insieme una mano e cerchiamo di promuovere i progetti di due nostri illustri cittadini, l’arch. Manfredi e l’ing. Sordo, insieme potremo ridare alla nostra città una peculiarità che l’ha distinta nel tempo.
Gianni Ferrero