Lequio: “I nostri ragazzi non sono pericolosi”

Il possibile trasferimento di venti ragazzi con disturbi psichiatrici in una zona apposita della Casa di riposo di Lequio Tanaro continua a preoccupare la popolazione, che nelle settimane scorse ha organizzato anche una raccolta di firme per ribadire la propria contrarietà al progetto. A questo proposito, per comprendere meglio la realtà dei ragazzi che verrebbero trasferiti a Lequio, abbiamo contattato la dottoressa Floriana Devalle, direttrice della comunità protetta “Margherita” di Belvedere Langhe, dalla quale appunto sono seguiti i malati. «Capisco la reazione della popolazione di Lequio, ma la preoccupazione dei cittadini deriva soprattutto dalla poca informazione che aleggia intorno alla vicenda – ci ha detto –. La realtà dei ragazzi seguiti dalla nostra comunità infatti si deve vedere in maniera totalmente diversa. Noi non ci occupiamo di soggetti che devono essere reclusi o segregati, anzi ci occupiamo specialmente di riabilitazione e reinserimento nella società. Io lavoro nella struttura dal 2008 e il nostro obiettivo è sempre stato quello di seguire ragazzi giovani, che vengono valutati da un’équipe di esperti e vengono considerati idonei a seguire un programma di reinserimento che dura due o tre anni, a seconda dei singoli casi. Stiamo parlando di persone con patologie non gravi, che possono uscire. Alcuni di essi lavorano in pizzeria o in altri esercizi pubblici e vivono in autonomia in appositi appartamenti; ovviamente sempre sotto la nostra supervisione costante. Io personalmente – ha concluso la direttrice – sono orgogliosa del percorso compiuto da ognuno di loro. Sarebbe bello organizzare una serata informativa proprio a Lequio, alla quale possano partecipare esperti del settore, disponibili a rispondere alle domande e alle preoccupazioni della popolazione». Intanto il paese continua ad essere in subbuglio e durante l’ultimo Consiglio comunale, quello di giovedì scorso, il sindaco di Lequio, Costanzo Negro, ha ribadito di aver fatto tutto il possibile per opporsi all’iniziativa (mandando una lettera al prefetto, alla Asl e alla Regione). Nel corso della seduta sono anche stati sollevati dai loro incarichi istituzionali il vicesindaco Alessandro Fea e l’assessore Luciano Vissio, in quanto non più in linea con la politica della maggioranza. «Io e Vissio – ci ha detto l’ormai ex vicesindaco Alessandro Fea – abbiamo deciso di costituire il gruppo consiliare autonomo “Condivisione e libertà di parola”. Ci spiace che il sindaco non ci abbia resi partecipi delle decisioni assunte in merito al possibile trasferimento di persone con disturbi psichiatrici alla Casa di riposo. Il mio comunque non è un “no” a prescindere a questo progetto, anzi. L’opposizione al trasferimento di questi ragazzi è nata specialmente dal fatto che coloro che hanno deciso non hanno informato la popolazione, alimentando così una sensazione di timore». L’incontro che era stato organizzato per la giornata di venerdì scorso tra il Prefetto di Cuneo e il Comitato dei cittadini è stato posticipato.