Sanofi: il mercato asiatico strozza del 40% la produzione
Sono due i dati rassicuranti emersi la scorsa settimana sulla vicenda “Sanofi” di Garessio: l’azienda non vuole chiudere lo stabilimento e si è impegnata con le organizzazioni sindacali per far fronte al calo produttivo utilizzando strumenti che escludano i licenziamenti. Significativa la risposta del territorio che ha visto cittadini, sindaci e amministratori della valle impegnati nella difesa del sito chimico farmaceutico. Sino a coinvolgere tutti i livelli istituzionali: Provincia, Regione e Governo. Ma la partita è appena iniziata e non sembra semplice né tanto meno breve. Era l’undici aprile 2013 quando a Garessio, con un grande evento che lasciava presupporre lunga vita alla nuova produzione, si inaugurava l’unico impianto al mondo capace di produrre sinteticamente l’Artemisinina, nell’ambito degli antimalarici. Peccato che il mercato asiatico ci abbia mezzo lo zampino rendendo la coltivazione naturale molto più competitiva e ora quell’impianto è fermo. Forse per almeno due anni, in attesa di potersi riaffacciare al mercato. Ma quello dell’Artemisinina sintetica non è l’unico problema. Dagli incontri che, nei giorni scorsi hanno portato a Garessio oltre ai massimi vertici aziendali anche le segreterie nazionali e provinciali, tutti i sindaci e amministratori della valle, il consigliere provinciale Pulitanò, l’assessore regionale Valmaggia e l’on. Costa, è emerso che la concorrenza di India e Cina sta strozzando anche un’altra significativa produzione. Il riferimento è ai cosiddetti “Intermedi”, polveri che da Garessio vengono destinate ad altri siti Sanofi per essere ulteriormente lavorate e trasformate in principi attivi. Entro i prossimi due-tre anni gli “Intermedi” andranno ad esaurimento. Altro dato preoccupante è il calo che la produzione del sito garessino (uno dei sei in Italia) ha registrato nell’ultimo anno: il 40%. Dato che si somma ai 13 milioni a budget per il 2015, rispetto ai 24 milioni del 2014 (che chiude a 20 milioni) e ai 16 milioni per il 2016. Cifre che si rincorrono sino al 2019, con un’ultima ipotesi sui 14 milioni di euro. In stabilimento attualmente lavorano 165 persone a tempo indeterminato e sette con contratto a tempo determinato.