Nuovo Piano regolatore: si va in Consiglio

Si va verso il nuovo Piano regolatore. Martedì sera 9 dicembre si è svolta l’ultima riunione della Commissione, quella che vedeva coinvolti membri di maggioranza e minoranza e che per mesi ha messo sul tavolo le linee guida della pianificazione urbanistica del prossimo decennio. Tutti i membri, di maggioranza e minoranza, hanno approvato di portare all’approvazione del prossimo Consiglio Comunale le linee di indirizzo: qui si detteranno gli indirizzi politici del futuro Piano, la cui progettazione verrà data in appalto nei prossimi mesi.
L’assessore all’urbanistica, Emanuele Rossi: «Le linee guida terranno conto sia delle disposizioni da tempo date dalla Regione, sia di tutte le osservazioni e i documenti che sono stati presentati al tavolo della Commissione. Sia di quelle dei gruppi politici che quelle degli altro soggetti coinvolti in questa fase: gli ordini professionali degli architetti e dei geometri e l’Associazione “Italia Nostra”. Sono soddisfatto perché si è trovata una condivisione unanime: ringrazio i commissari per il confronto proficuo avuto in questi mesi di lavoro della Commissione. Ora la revisione del Piano Regolatore potrà iniziare sotto tutti i migliori auspici al fine di poter dare alla Città un nuovo strumento urbanistico all’altezza del momento in cui viviamo, con l’auspicio che possa con ciò procurare sviluppo sostenibile e migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini».
E quali saranno queste linee guida? Rossi non concede anticipazioni, ma spiega: «Obiettivi prioritari dei lavori della Commissione sono stati in sintesi il recupero del patrimonio edilizio esistente e la valorizzazione dei centri storici, la revisione delle aree di espansione, lo sviluppo e la valorizzazione del verde, la promozione degli interventi ad elevato risparmio energetico ed ecocompatibili, l’individuazione di aree idonee per l’insediamento di nuove attività produttive e artigianali». La Commissione opera fin dall’aprile 2013 in rappresentanza di tutto il Consiglio Comunale ed è composta, oltre che dall’assessore, anche dai seguenti consiglieri: Pulitanò, Baduero, Gola, Monetto, Tarolli, Bovetti, Borsarelli e Costamagna (uno per ogni gruppo); la Commissione si avvale del supporto tecnico del Dirigente, arch. Gianfranco Meineri.
Obiettivo della Commissione era esprimere gli indirizzi che costituiranno la base del lavoro di revisione che verrà poi affidata a professionisti tecnici esterni. Al fine di favorire la partecipazione nel lavoro di revisione, la Commissione ha avuto diversi confronti anche con le associazioni di categoria, quelle ambientali, degli ordini professionali nonché delle Commissioni comunali Paesaggistica ed Edilizia. «Il lavoro della Commissione non si conclude qui – afferma l’assessore Rossi -, si apre ora la fase vera e propria di redazione del nuovo Piano Regolatore; affiancheremo i tecnici e saremo aperti ad ulteriori contributi, oltre a quelli già pervenuti».
“Mondovì in Movimento” presenta le proprie analisi
Il consigliere di MoMo Stefano Tarolli ha presentato la scorsa settimana, nell’assemblea degli associati, il documento di analisi sulla revisione del Prg. «È indispensabile pensare alla pianificazione comunale come a un vero progetto urbanistico e non come a un “ricettario” per il rilascio dei permessi di costruire», è la tesi base di “Mondovì in Movimento”. Le riflessioni di Tarolli partono da alcuni paletti: una definizione delle tempistiche per la revisione, forme di consultazione della cittadinanza, analisi del presente per evitare gli errori passati (quando le previsioni demografiche immaginarono un’espansione urbana mai realizzatasi). «È opportuno che questa revisione – spiega Tarolli – abbia tra i suoi obiettivi primari quello di ridurre la capacità insediativa». Tarolli però si spinge più in là e affronta la questione in termini giuridici: «La principale obiezione si basa sull’affermazione che si esporrebbe il Comune a una miriade di azioni legali. Pare pacifico non intervenire sui PEC già approvati, ma non si vedono elementi ostativi a una sostanziale “cancellazione” della superficie utile lorda non ancora approvata. Il Consiglio di Stato ha affermato che può accadere quando vi sono congrue ed esaustive ragioni di pubblico interesse».