Per la Sanofi Aventis si muove il Governo
Riflettori puntati sulla vicenda dello stabilimento “Sanofi” di Garessio a cui tocca fare i conti con la concorrenza del mercato asiatico e un calo della produzione che nell’ultimo anno ha raggiunto il 40%. L’azienda si è impegnata a cercare nuovi partner, con cui creare una possibile joint venture ma senza escludere l’ipotesi della vendita. Intanto, dopo gli incontri che, nelle ultime settimane, hanno riunito a Garessio massimi vertici aziendali, segreterie nazionali e provinciali, sindaci e amministratori della valle, rappresentanti della Provincia e della Regione e l’on. Costa, giovedì 4 dicembre la questione è arrivata dritta al tavolo del Ministero della Salute. «Grazie alla disponibilità del viceministro della Giustizia, Enrico Costa – spiega il sindaco di Garessio, Sergio Di Steffano – è stato organizzato celermente l’incontro a Roma. Insieme al presidente dell’Unione montana Alta Val Tanaro, Luciano Sciandra, e al presidente della Commissione lavoro di Garessio, Emiliano Sappa, abbiamo portato la questione all’attenzione del ministro Lorenzin che si è impegnata a seguire la vicenda e anche la fase di ricerca avviata dalla multinazionale verso nuovi partner. Un passo significativo. Rimarremo in contatto e non è escluso che, a gennaio, il ministro possa venire a Garessio». «L’auspicio – aggiunge l’on. Costa - è che l’incontro possa contribuire a inquadrare le problematiche di Garessio nell’ambito di una strategia industriale che coinvolga anche gli altri cinque stabilimenti Sanofi in Italia. Il ministro Lorenzin ha assicurato la disponibilità a prendere contatto con i vertici dell’azienda. L’apporto delle Istituzioni resta fondamentale». E venerdì 5 dicembre è arrivato a Garessio anche il segretario generale nazionale Filctem Cgil Emilio Miceli insieme ai segretari generale Piemonte Elena Palumbo, generale provinciale Gaspare Palermo, provinciale Gino Vennettillo, generale della Camera del lavoro di Cuneo Marco Ricciardi e al presidente del Consiglio direttivo Filctem Cgil Cuneo Valter Biale. La delegazione, poi riunita nella “Casa dell’Amicizia” per l’elezione del direttivo provinciale, è stata accolta da sindaci e amministratori nella sala consiliare di Garessio. «La vicenda – ha detto Miceli – è comune a quelle delle tante aree del Centro nord che, causa la concorrenza dei Paesi asiatici, hanno perso una buona percentuale della produzione degli “intermedi”. Ma quando la crisi investe piccole comunità, quale Garessio, il problema diventa ancora più grande, ricadendo su un territorio che rischia di perdere il proprio futuro». «Vanno coinvolti tutti i livelli istituzionali, il Governo con i mezzi a disposizione potrà far valere il suo peso, e pure Confindustria affinché l’appello alla salvaguardia dei posti di lavoro sia corale – ha continuato –. Noi faremo la nostra parte: contatterò personalmente l’azienda. Entro gennaio andrà fatto il punto con tutte le realtà che si stanno occupando della questione». «La Valle Tanaro ha già perso troppo in termini di occupazione – ha concluso Ricciardi –. Vent’anni fa Cgil, Cisl e Uil proposero una vertenza sullo sviluppo del territorio, ma oggi ancora molto resta da fare. Senza dimenticare le carenze infrastrutturali: tempo fa proponemmo di utilizzare la ferrovia anche per il trasporto merci, ma oggi la Ceva-Ormea è chiusa». Prossimo incontro tra azienda e sindacati è fissato per il 17 dicembre. «Bisogna intervenire prima che la crisi aziendale comporti ricadute occupazionali troppo pesanti sul territorio», dice la senatrice Manassero in un’interrogazione presentata ai ministri dello Sviluppo economico e della Sanità «Ritengo legittima la preoccupazione della proprietà di fronte a una forte perdita dei volumi di produzione e al calo del fatturato. Tuttavia qualsiasi ipotesi di ristrutturazione non può prescindere dal mantenimento del sito produttivo, innovativo e profondamente radicato nella storia industriale della Val Tanaro».