1.Un senso grande di dolcezza e l’esigenza di onesta povertà (non certamente il compiacimento di miseria vissuta) permea la sensibilità di molti in questo Santo Natale del Signore. È verissimo. È esperienza per tanti, tutt’ora lancinante, l’assenza di lavoro: i problemi struggenti per i figli, il bisogno di quanto è, nel sentire comune, il necessario. Ma puntualmente ritorna ed è il Natale di Gesù dell’anno 2014 che si sta concludendo. Tutto l’Avvento è stato vissuto da tanti di noi, nel voler «accogliere»: accogliere il nostro vivere quotidiano, la nostra storia passata, gli avvenimenti che ci hanno coinvolti, le persone, che, insieme ai nostri cari, hanno fatto parte della trama dei nostri rapporti.
2.L’apice del nostro cammino d’Avvento è riconfermare la nostra accoglienza di Gesù, bimbo di Nazaret e di Betlemme, Dio e Signore, che si è davvero fatto uomo per noi. Ancora una volta siamo chiamati a «celebrare» questa venuta e a vivere e condividere questa presenza: amica, fraterna, creativa e rinnovatrice. Non dimentichiamo mai le caratteristiche di questo modo di esserci e di attestarsi; sono sempre doni divini che il Buon Dio elargisce a tutti: gioia, povertà, semplicità, amabile dedizione, amore pieno di efficace attenzione, pazienza operosa, vigilanza benevola.
3.È un grazie che eleviamo a Dio, riconosciuto come “Dio degli ultimi”, che condivide con noi ogni forma di limiti, proponendosi però come Dono, in tutte le concrete espressioni di amore-carità. Le constatiamo attuate e elargite da tutti gli amici (operatori) della «Cittadella della Carità»; da tante nostre sorelle consacrate; dai sacerdoti e diaconi che, con semplicità e zelo, inverano davvero il Natale di Gesù. Mi unisco cordialmente a tutti loro.
In preghiera fraterna e supplice voglio incoraggiare tutti: assicurare che Gesù, una volta per tutte donato dal Padre, è sempre dalla “nostra parte”; anche quando ci riteniamo indegni e infedeli. Intendo ricordare a Gesù soprattutto ogni ammalato, con qualunque forma di malattia, ogni povero e indigente. Uno sguardo pieno di buoni auguri va a giovani e ragazze di ogni età, con l’espressione pregata di Papa Francesco: «Non lasciatevi rubare la speranza…», ma crescete nella fede che ama.
A tutti buon Natale di Gesù. Buon «nuovo» anno 2015. Pregherò dalla terra di Gesù a Lui cara; ma per certo a Lui è ancor più caro anzi carissimo ciascuna/o di voi. Con affetto fraterno