Tornano a splendere le allegorie di Nino Fracchia
Altri recuperi per il Palazzo del Governatore che dà solennità e colore al lato nord della piazza Maggiore a Mondovì. Dopo gli stemmi di varie epoche riaffiorati in facciata, anche il lato che guarda verso il Duomo è stato restaurato con avvedutezza dall’arch. Gemma Fulcheri appoggiata dall’ing. Blengini affezionatissimo alla sorte dell’edificio. Sono così affiorati tratti di finestre medievali ed altri piccoli brani di decorazione che si è potuto solo documentare in fotografia.
La Lettura, il Gioco, la Musica, la Fortuna - Intanto, al primo piano, l’amministrazione del Circolo di Lettura presieduta da Sandro Dardanello, ha provveduto a riportare alla freschezza originaria le eleganti decorazioni della “Sala Fracchia”. Determinante il contributo delle Fondazioni C. R. di Cuneo e di Torino, e paziente e avveduto l’intervento della ”Compagnia del Restauro” di P. F. Nicola che ha rimosso strati di verniciature, efflorescenze, infiltrazioni e ridato chiarezza ai dipinti, alla volta, alle pareti, evidenziando anche, in un angolo, le firme del pittore, che lavorò a olio, e dei fratelli Prinotti, decoratori, che – a tempera – incorniciarono le scene in un apparato scenografico con un loggiato e un pergolato immaginari e motivi geometrici richiamanti la “Secessione” viennese. La data: 1920, quando ancora pesavano i ricordi della Grande Guerra su cui i soci del Circolo provavano a stendere un velo di leggerezza e di rinnovato ottimismo. Fracchia, che la guerra l’aveva vissuta come autiere sul Carso, non riusciva a dimenticarne gli orrori, e li veniva richiamando in paesaggi di macerie e di devastazione. Tuttavia provò ad allontanare quegli incubi creando scene leggere, cieli sereni, allegorie del Gioco, della Fortuna, della Musica, del Carnevale e della Lettura, non senza allusioni polemiche e birichine. Mentre assecondava con ottimo mestiere le attese dei committenti borghesi, lui – di estrazione popolare – ne prendeva dunque le distanze. Ma proprio alla borghesia il suo lavoro piacque, tanto da procurargli numerosi lavori di decorazione in case della Mondovì bene
L’ inaugurazione della restaurata “Sala Fracchia”, avvenuta con folta partecipazione e molti interventi e buoni propositi di rilancio dell’attività di un Circolo di Lettura (che risale addirittura al 1829), ha fornito anche l’occasione per “riscoprire” altre opere dell’estroso artista. Le altre sale, allestite da Piercarlo Pellegrino, hanno così accolto una decina di dipinti e, soprattutto, progetti e opere grafiche. In particolare: undici grandi pannelli a tempera, realizzati negli anni Trenta per la Camera di Commercio su costumi e folclore delle nostre valli e mai esposti prima, e 50 tavole realizzate per il prezioso volume “Impressioni e scorci dell’antico Cuneese” donato dalla Bertello di Borgo s. Dalmazzo al Presidente Einaudi venuto in visita nel 1948. Stampate su carta ruvida da acquarello, esse appaiono in ogni copia quasi disegni autografi. Inconsueti gli scorci e le vedute di paesi, piuttosto che di città. “Sono costruiti – scrive Lorenzo Mamino – con macchie di colore stese come in serigrafia, con effetti di collage. I colori, benché ridotti di numero, sono molto ricercati”. Una produzione grafica parallela a quella pittorica, e secondo Mamino “più moderna e spigliata”.
Il tutto è ben illustrato in un agile catalogo a cura di Mamino e Gianni Ferrero, con scritti di Bertolino, Briatore, Mamino e Nicola. La mostra, a ingresso libero, è visitabile fino al 6 febbraio: il sabato dalle 16 alle 19, la domenica dalle 10,30 alle 12 e dalle 16 alle 19. Altri giorni, su prenotazione, tel. 335-6814854.