Dopo la sconfitta contro il Corneliano Roero, diretta concorrente per la salvezza, le strade della Virtus Mondovì e dell'allenatore Mario Volcan si separano. La "bomba" arriva nel pomeriggio di lunedì con un comunicato stampa della società: «Non si tratta di un divorzio traumatico, quanto piuttosto di una separazione consensuale, “Per il bene della squadra”, commentano dal direttivo; decisione maturata a seguito degli ultimi risultati negativi che hanno portato la compagine grigiorossa ad una situazione di classifica decisamente poco tranquilla. Volcan subentrò a Franco Giuliano dopo sei giornate di campionato: in 17 partite, ha conquistato 5 vittorie, altrettanti pareggi e 7 sconfitte, per un totale di 20 punti. Ora la Virtus Mondovì volta nuovamente pagina: al posto di Volcan, sulla panchina grigiorossa tornerà a sedersi Franco Giuliano, che si dimise a seguito della sconfitta interna proprio contro il Corneliano Roero, all'andata (0-2). “Il direttivo ed il presidente ringraziano Volcan per il lavoro svolto in questi mesi e, dandogli il bentornato, augurano a Franco Giuliano un buon lavoro, per raggiungere insieme l'obiettivo prefissato”. Giuliano riprende in mano il gruppo Virtus ritrovandolo in zona play-out: “Sono molto dispiaciuto per l’attuale situazione di classifica – dice il mister -: quando ho ricevuto la chiamata della società, mi sono sentito anche un po’ in… obbligo nei suoi confronti, perciò ho accettato la proposta con entusiasmo. In questo momento non servono le parole, occorre rimboccarsi le maniche”». Mister Giuliano sarà probabilmente già al lavoro con la squadra lunedì sera.
La Virtus Mondovì ha diffuso anche un'Intervista a Franco Giuliano, di ritorno sulla panchina grigiorossa
Mister Franco Giuliano, innanzitutto bentornato. Riprendiamo un attimo da dove avevamo interrotto: ci ricordi perché avevi deciso di lasciare la Virtus?
L’impressione che avevo era di non essere stato pienamente capito dalla squadra. Che io an-dassi in una direzione, ed i giocatori in un’altra. I ragazzi facevano fatica a seguirmi: e le mie dimissioni sono state un gesto di onestà, ritengo, nei confronti della società. C’era la netta impressione che la Vir-tus avesse bisogno di altro, in panchina.
In questo periodo hai seguito la squadra?
Ho avuto modo di vedere la Virtus all’opera contro il Cavour, ma quella era una partita non giu-dicabile, con un campo al limite della praticabilità. Ho visto la sconfitta interna contro il Casale: nono-stante il punteggio pesante, la squadra mi era piaciuta molto, soprattutto nel primo tempo.
Ritrovi i tuoi vecchi giocatori, più alcuni nuovi innesti. Cosa ti aspetti da loro?
Che ognuno faccia la sua parte, rendendo al massimo delle proprie possibilità. Per esempio, da uno come Gianluca Rolandone – a cui ho già parlato - mi aspetto che faccia la differenza: vale due ca-tegorie in più; deve solo dimostrarlo. Ma sono sicuro che ci riuscirà, e così anche gli altri giocatori sa-pranno rendere per quanto valgono.
Dal punto di vista tecnico e tattico, su cosa ci sarà da lavorare, in primis?
La Virtus subisce troppi gol: la prima cosa su cui lavorare sarà la fase difensiva. Il problema è che c’è pochissimo tempo. La cosa che dobbiamo immediatamente metterci in testa è che le prossime due partite (Fossano in casa e San Giacomo Chieri in trasferta, ndr) serviranno per evitare la retroces-sione diretta!
Forse in questo momento è azzardato parlare di tattica, ma hai già in testa un modulo per questa Virtus?
Abbiamo da fare i conti, subito, con la squalifica di Mozzone (espulso sabato contro il Cornelia-no, ndr). Quindi ci sarà da valutare l’inserimento dei giovani nella formazione titolare. In questo momen-to e per il prossimo futuro è comunque importante puntare su una soluzione tattica unica, con una o massimo due varianti, ma senza rivoluzionare troppo l’assetto.
Domanda secca: in questo momento, cosa serve alla Virtus per salvarsi?
Che ogni giocatore si renda conto che non c’è più spazio per fare errori. Che nessun ragazzo pensi che siano altri (giocatori o allenatore) a dover risolvere i problemi. So che non è facile: da questo punto di vista sarò molto chiaro coi giocatori, se qualcuno non se la sente di sobbarcarsi una situazione simile, lo dica. Manderò in campo qualcun altro che ha le giuste motivazioni. Insomma, l’attuale pro-blema della Virtus più che una crisi tecnica è un fattore di “testa”: dobbiamo smettere di pensare di es-sere una buona squadra, con buoni giocatori, e pensare esclusivamente all’obiettivo: la salvezza.