
Sono già tre anni dalla scomparsa di mons. Lino Cuniberti, carassonese, vescovo missionario, padre conciliare, impegnato coraggiosamente sulle frontiere evangeliche ed umanitarie nel Terzo mondo, in particolare nella Colombia amazzonica, a Florencia, negli anni ’50 -’60 - ’70. E domenica 28 giugno, nella parrocchiale di Mondovì Carassone, alle ore 10, sarà celebrata la Messa anniversaria nel suo ricordo, in quella che viene indicata come la “Giornata della memoria” nel segno di una dedizione totale ai poveri ed agli ultimi, raccogliendo ed attualizzando un messaggio che non può tramontare. Intanto i missionari della Consolata, grazie al lavoro meticoloso di p. Gaetano Mazzoleni, stanno riordinando tutto il prezioso e intrigante materiale lasciato, a mo’ di diario o di appunti sparsi, dallo stesso mons. Lino Cuniberti, sugli anni interessatissimi del Concilio vissuto dal di dentro (da rivisitare a 50 anni dalla conclusione del Vaticano II); sulla adesione al gruppo di vescovi cosiddetto della “Chiesa dei poveri”; sulla condivisione del profetico “Patto delle catacombe” al termine del Concilio stesso; sul sostegno alla lettera di diciassette vescovi (tra cui lo stesso mons. Cuniberti, unico della Colombia) per dare concretezza alle linee di giustizia sociale evidenziate nella “Populorum progressio” di Paolo VI; e sugli anni di dedizione pastorale nella Conferenza episcopale colombiana, tra difficoltà assortite e intraprendenti prese di posizione… fino al passaggio del testimone a novembre ’78 lasciando la guida del Vicariato apostolico di Florencia in mani di un vescovo locale. Per domenica 28 giugno, su invito di alcuni missionari della Consolata (in particolare p. Ezio Roattino e p. Gaetano Mazzoleni), con il supporto del nostro giornale e del Centro missionario diocesano, è stato preparato un fascicolo che rilancia, a 50 anni dal termine del Concilio, almeno due coraggiose e profetiche prese di posizione dello stesso mons. Lino Cuniberti che aderì prima al “Patto delle catacombe” con alcuni confratelli nell’episcopato del Terzo mondo indicando la scelta concreta della “Chiesa dei poveri”, e che firmò poi (unico vescovo colombiano) nel ’67 la lettera di appoggio da parte di altri 16 vescovi, con in testa Helder Camara, per appoggiare le linee forti di giustizia sociale contenute nella “Populorum progressio” di Paolo VI. Gesti che a mons. Lino crearono qualche grattacapo od incomprensione, ma che oggi si rivelano anticipatori della Chiesa di Francesco.