Come uscire dai deliri cuneesi?

La provincia è di per sé, come detto più volte, luogo “di frontiera”, lontano dal mondo più vivo delle grandi città o delle metropoli. Di questa visione Cuneo e il territorio, specie se osservati da più lontano, sono una perfetta rappresentazione, e c’è chi ne racconta, chi li osserva e chi ne parla in maniera divertita o autoironica come di “deliri” cuneesi (blog sulle “anomalie dalla Periferia dell’Impero”). Se da un lato questo atteggiamento sottende una profonda vitalità, dall’altro ne denuncia una forma di frustrazione nel trovare un bacino di utenza che non si limiti a quello della cerchia di amici più stretti.
Nello scorso week-end l’Encode Festival di Borgo San Dalmazzo ha rappresentato l’ennesimo piccolo diamante grezzo che la nostra provincia offre: organizzare un evento ad oggi non è cosa così scontata (per i costi e i sacrifici che richiede la ricerca di sponsor, spazi, energie) e risulta ancora meno scontato se si porta musica elettronica di ottimo livello che generalmente si può ascoltare in ben più blasonate rassegne. Populous nell’ultimo live della manifestazione ha raccontato di come poco più che adolescente proprio da Cuneo partì, con il supporto della Betulla Records, verso quella carriera che gli ha permesso di partecipare a festival internazionali e di lavorare con la tedesca Morr Music (ebbene sì, anche passando da Cuneo si può tentare il grande salto!).
Se Origami parte dalle ex Bertello per far live, i ragazzi di Switch On Future fanno la loro “Chiamata alle Arti” (il prossimo week-end a Bra) con incontri, workshop, laboratori, presentazioni e mostre. L’offerta c’è, è innegabile; non è roba scontata, e non è cosa da poco. Così come vorrei trovare chi avrebbe preconizzato che nell’arco di un mese solo nel Monregalese sarebbero stati prodotti ben 4 album (da La Teiera di Russell agli If I Die Today, i Quarantena e gli Space Paranoids, di cui si parlerà più approfonditamente nelle prossime settimane). La sfida dove sta, o a chi occorrebbe lanciarla? La più grande scommessa sta forse nel trovare spazi e modi per far incontrare domanda e offerta, un artista e il suo pubblico. E «mentre continuano a diminuire i palchi... YouTube è diventato il luogo della rete dove vengono ascoltati più minuti di musica, rompendo le barriere dello spazio e del tempo»: queste le parole di chi, sempre nel Cuneese, ha creato il progetto Lohma, un format che offre un palcoscenico ad artisti interessati a suonare live veicolando la propria musica attraverso i canali web (principalmente youtube) alla ricerca di un pubblico su scala globale (i brani pubblicati al momento sono cover cantate unicamente in inglese).
I piemontesi vengono spesso definiti dei “bogia nen”, e i cuneesi ne dovrebbero rappresentare la summa di questo carattere; probabile che da troppo tempo si consideri una traduzione troppo letteraria di questo detto popolare.