Un anno di studio negli Usa. E per dieci studenti si è spalancato il mondo

«Questo libro vuole rendere omaggio a Ceva, la mia seconda patria, ma soprattutto rendere merito all’eccellenza di una Scuola, l’Istituto “Baruffi” e a un gruppo di dieci studenti, che, dopo il loro anno trascorso in una High School americana, hanno portato l’esperienza vissuta nella loro scuola, traendone insegnamenti andati ben oltre l’apprendimento della lingua inglese. Un libro che dedico a mia madre, cav. Cina Cossutti, a mio nipote Marco…il passato ed il futuro, ed alla città di Ceva, che mi accolse bambino e da dove ho mosso i primi passi nella professione giornalistica». Con queste parole, Raffaele Sasso ha introdotto sabato scorso, al Teatro Marenco, la presentazione del suo libro “Ceva-America: una scuola per la vita” (Araba fenice), davanti alle massime autorità provinciali.
Sul palco gli artefici del successo dei giovani, Franco ed Erica Azzoaglio, rispettivamente amministratore delegato ed amministratrice del “Banco Azzoaglio” (l’Istituto bancario cebano che mette a disposizione la borsa di studio per l’anno negli Usa), Gustavo Bracco, del Consiglio nazionale di Intercultura (l’Ente che seleziona i ragazzi e li segue nel loro percorso americano), e Antonella Germini, dirigente del “Baruffi” di Ceva. E accanto, i veri protagonisti: Alice Donghi, Marco Bozzolo, Martino Picco, Marta Gaudino, Chiara Franco, Francesca Longo, Samuele Di Murro, Giulia Obbia e Simona Amerio. Collegata via skipe, Sara Tamburello, dalla scorsa estate a Monroe (North Carolina).
In un Teatro stracolmo di persone – fra cui gli studenti delle terze classi fra i quali anche chi sarà il prossimo vincitore della borsa di studio –, significative le parole di Franco Azzoaglio (intervenuto mentre Raffaella Secco, apprezzata musicalist cebana, cantava “Mamma mia dammi cento lire…”): «Un tempo i cebani partivano per l’America per cercare fortuna… oggi questi giovani sono andati per imparare e mettere in pratica qui quanto hanno appreso…»; e di Erica Azzoaglio: «Sono certa che molti altri ragazzi di Ceva con intercultura voleranno in America grazie alla nostra borsa di studio. Questo perché tutti i ragazzi selezionati ci hanno dimostrato, sperimentando le loro diverse personalità e mettendo in gioco la loro capacità di adattamento, di aver imparato ad essere ‘cittadini del mondo’, condizione indispendabile nel futuro più prossimo». Antonella Germini: «Nel corso degli anni ho visto l’entusiasmo degli studenti nel concorrere numerosi per un posto, le lacrime di gioia dei vincitori, l’ansia delle famiglie di fronte all’incognita del distacco, il disorientamento delle prime settimane fuori che si trasforma rapidamente nel non voler tornare, i successi nella scuola americana, la difficoltà a riappropriarsi completamente della propria lingua al rientro in Italia, il dover affrontare il ritorno a scuola. Ma soprattutto ho visto tornare persone partite ragazzi e ragazze e tornate adulte, con un bagaglio di esperienze, di maturità, di capacità di affrontare situazioni, trasformate e cresciute nel loro essere cittadini e cittadine del mondo, adulti che hanno ora un nuovo modo di vivere e porsi di fronte alla loro realtà. Non possiamo che ringraziare Banco Azzoaglio e Intercultura per questo esempio di sinergia tra scuola e territorio, certi che molti altri studenti potranno, in futuro, esserne parte».
A rendere merito all’iniziativa cebana, gli altri intervenuti, Ferruccio Dardanello: «Questi giovani sono il domani e sono un altro aspetto delle eccellenze della nostra provincia»; il prefetto Giovanni Russo: «Investire nelle risorse come fa il Banco Azzoaglio e nei giovani è importante. A loro dico di avere fiducia nelle istituzioni e di impegnarsi nella politica, interessandosi ai problemi della propria città, perché così si contribuirà a determinare il vostro futuro». Enrico Costa, viceministro della Giustizia: «Mi è piaciuta la grande maturità di questi studenti, i quali hanno saputo aprirsi al mondo esterno. L’auspicio è che questa non sia un’iniziativa isolata». Il sindaco di Ceva, Alfredo Vizio: «Questo progetto dimostra una volta di più come l’eccellenza non sia necessariamente legata ai grandi numeri e un Istituto come il “Baruffi” coi suoi ragazzi sia un grande esempio per tutti». Poi la testimonianza di un’insegnante, Luciana Mondino, di due mamme e di Selina Azzoaglio, figlia di Franco, che trascorse anche lei un anno in una High School americana e che ha contribuito a far nascere il progetto.
Nelle foto in alto, di Antonio Alfieri, l’intervento del prefetto e tutti i ragazzi intervistati da Raffele Sasso. Sotto, foto Sergio Rizzo, il tavolo dei relatori e il “Marenco” gremito.