Cosmo e Motta, c’è vita oltre la band

Sicuramente non è corretto chiamarlo fenomeno, ma quella dei componenti di una band che ad un certo punto decidono di intraprendere una carriera solista è di sicuro una tendenza diffusa. Nei circuiti più mainstream, un nome su tutti è Francesco Renga, ex membro dei Timoria; anche l'ambiente underground però vanta diverse di queste storie, basti pensare a quanto fatto da Appino degli Zen Circus o a Pierpaolo Capovilla, che tra One Dimensional Man, Il Teatro Degli Orrori e l'ultimo progetto Bunuel (#13 del 2016), nel 2014 registra l'album Obtorto Collo come solista.
Gli ultimi in ordine di tempo sono due artisti che gli appassionati avranno sicuramente sentito nominare, tanto è l'hype negli ultimi mesi. Da una parte Cosmo, aka Marco Bianchi, frontman di una delle band più apprezzate del panorama underground torinese, i Drink To Me. Dopo l'esordio in solo con Disordine nel 2013, Cosmo ci prende gusto: è infatti in uscita in questi giorni "L'ultima festa" per 42 Records, etichetta che oltre ai sui Drink to Me ospita giganti della scena indipendente italiana come iCani e Colapesce. Un ascolto facile ed immediato, otto pezzi squisitamente pop con contaminazioni elettroniche, dove dance e cantautorato si fondono in un connubio vincente ed irresistibile: vi sfido ad ascoltare Le Voci, primo singolo estratto, senza sentire l'irrefrenabile bisogno di alzarvi dalla sedia e ballare. Suoni scarni e minimali conditi da testi semplici che dipingono scenari di vita quotidiana in cui è facile ritrovare pezzi della propria esistenza, dai rapporti genitori-figli, alle relazioni, alla banalità dalla quale tutti cerchiamo di scappare.
Di tutt'altra pasta è invece l'esordio solista di Francesco Motta, già cantante e batterista dei Criminal Jockers e polistrumentista con Nada, Zen Circus e Pan del Diavolo. La Fine dei Vent'anni, uscito sotto l'etichetta Woodworm e prodotto da Riccardo Sinigallia, è un disco diretto, che ci urla in faccia, senza neanche provare ad indorare la pillola, tutte la complessità del fatidico passaggio all'età adulta. Un lavoro in cui l'artista si mette a nudo, fermando con disarmante sincerità quel periodo in cui si scende a patti con la vita, l'urgenza delle decisioni definitive mentre incombe lo spettro del tempo che sembra scorrere troppo veloce. La paura del cambiamento, quella di invecchiare, la frustrazione sono emozioni che Motta affronta senza remore, traducendole in testi lucidi, crudi ed incredibilmente potenti.
Ed ecco qui per voi due video dei due artisti chiamati in causa.
Cosmo, Le voci da "L'Ultima Festa" 2016, 42 Records. Alternative Pop
Cosmo, Le voci
Motta, Del tempo che passa la felicità da "La Fine dei Vent'anni" 2016, Woodworm. Cantautorale
Motta, Del tempo che passa la felicità