Viglione: un avvicinamento a Berlusconi? «No: sono solo coerente col pensiero liberale»

Altro che stare a guardare: qui, si muovono tutti. E si muovono pure in fretta. Mai così presto come quest’anno, va detto. Alle elezioni comunali mancano sette-otto mesi, c’è di mezzo un referendum che potrebbe spostare l’asse parlamentare, eppure tutto è in fibrillazione. La visita di Renzi a Mondovì ha dimostrato la solidità dell’asse con Costa, ampliando ulteriormente la distanza tra il ministro e il PD locale (che comunque non è mai stata piccola) e compattando il gruppo di Tarolli e Bertolino. Ma l’ultima novità è la convention di Milano: la partecipazione di Stefano Viglione all’incontro indetto da Stefano Parisi, uomo incaricato da Berlusconi per ricompattare il Centrodestra.
«Una presenza solamente a titolo personale», spiega subito Viglione. Parisi, il candidato del Centrodestra alle ultime comunali di Milano che ha perso contro Sala, è la figura che ha promesso a Berlusconi di “dare una mano” a togliere le castagne dal fuoco a un Centrodestra che rischia di trovarsi completamente isolato nella scena nazionale, chiuso nella morsa della maggioranza “pigliatutto” di Renzi e l’opposizione di fuoco dei 5 Stelle. Così nei giorni scorsi a Milano si è tenuto un grande incontro, aperto a tutti: qualche volto noto dello “stato maggiore” di Berlusconi (Claudio Scajola, Maurizio Lupi, Roberto Formigoni, Mariastella Gelmini e altri) in mezzo a una grossa platea di partecipanti della “società civile”. E, fra questi, Viglione.
È stato invitato? «No: sono andato di mia iniziativa, a titolo personale – spiega –. Non mi sto avvicinando ad alcun partito». Non è credibile che il sindaco di Mondovì, da sempre fautore delle liste civiche, indossi ora una casacca di Forza Italia o di qualunque cosa nasca a Destra. Dunque? «Mi annovero fra i tanti liberali che oggi si trovano, diciamo, smarriti – spiega – e che non si identificano con nessun partito. Considero Parisi un esponente di quel pensiero liberale in cui mi riconosco e che mi trova in pieno accordo». Il sindaco nega che al momento da questo “pensiero liberale” stia nascendo qualcosa a livello di movimenti locali. Ma la sensazione è che, se a Mondovì dovesse iniziare a muoversi qualcosa fra l’ala di Centrodestra che non si riconosce nelle “grandi alleanze”, la strada potrebbe partire da qua.
ARTICOLO COMPLETO su L'Unione Monregalese del 21 settembre 2016