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giovedì 16 Gennaio 2025     Accedi

E-Green – fine dell’inizio

L'approfondimento de La Cena Polemica sul testo del rapper varesino presente sull'EP Bricks & Hammers.


FINE DELL'INIZIO

E-Green

Il brano è presente sull'EP di E-Green "Bricks & Hammers", concepito come tributo al lavoro "Cats and Dogs" di Evidence, del 2011. Dal nostro punto di vista rappresenta per contenuto il manifesto della poetica di E-Green, e del suo modo di concepire l'utilizzo del linguaggio. E-Green si muove con fluidità tra tre lingue diverse, passando dall'italiano all'inglese e ancora al francese. Il testo qui presente rappresenta il lavoro di maggiore spessore contenuto nell'EP; la base inoltre è ottima. Vediamolo nel dettaglio, commentato (in grassetto compaiono i commenti):

Reportage in diretta dall'occhio del ciclone

Camouflage Pirandello in faccia in mezzo alle persone (qui il riferimento è a Pirandello nel suo

lavoro "Uno, Nessuno, Centomila", e al suo lavoro culturale a riguardo dell'identità

dell'individuo, cangiante e fluida e modellata a seconda di chi ci si trovi davanti; il termine

"camouflage" evoca il concetto di "mimetismo", ovvero la capacità di assumere la forma e le

sembianze del contesto in cui ci si trovi: qui riferito al processo di cambiamento identitario che

avviene frequentando persone di volta in volta diverse. Si noti la capacità di sintesi di E-Green,

che racchiude questo processo e questi concetti in pochi vocaboli)

Do omage se non fai quello che faccio io coglione ("omage" fa parte dell'urban dictionary, e

significa "voltare le spalle agli amici per trascorrere una serata con la propria

fidanzata/compagna”)

Nique ta race se non tolleri la mia incursione (qua il francese è per dire "f******* alla tua razza")

Gentilezza qui non è sinonimo di debolezza strano

Fa quasi più rima in italiano

Così sottili che tu manco ci ragioni sopra

Ti passano a fianco a 500 all'ora l'occhio sbotta (qua notiamo una delle prime immagini evocate da

E-Green, in questo caso riferita ai suoi stessi versi, "così sottili che manco ci ragioni sopra", ma

con la potenza di bolidi che sfreccino a velocità smisurata tanto da far "sbottare" l'occhio)

Pietre nel mio zaino salgo scalzo (immagine potentissima, altamente evocativa; rimanda

all'ascesa, al movimento dello scalare. In questo caso E-Green lo fa appesantito da massi nel suo

zaino, e a piedi scalzi, quindi con fatica e dolore. E' dunque un processo faticoso, logorante)

Quiete manco quando dormo prima che mi alzo

Gente che conosco da una vita ma ‘sti cazzi

Gente di merda da una vita inevitabili gli scazzi

Se tu che te la scopi adesso bravo

Ora capisco perché le cagavi il cazzo quando io me la scopavo

Tranquillo ho imparato la lezione

Per una donna io non litigo manco se squirta amore (qui non c'è molto da dire tranne il fatto che

l'artista emetta una dichiarazione di intenti e di priorità, e cioè: gli amici vengono prima delle

ragazze -BrosB4Hoes-, anche quando queste si esprimano in

sentimenti potentissimi)

Adesso vedo tutto così chiaro abnormi nubi nere

All'orizzonte sono tranquillo ci sono partiamo (altra metafora potente di provenienza naturalistica:

non più la montagna da scalare, ma il mare da attraversare. E' da notare la contraddizione

apparente tra il "vederci chiaro" di E-Green e le "nubi nere all'orizzonte", come se l'artista dicesse

"è proprio perché ci vedo chiaro che noto le difficoltà che mi aspettano"; conclude millantando

forza e coraggio: "sono tranquillo, ci sono, partiamo". Questa immagine è ultra-poetica e di

grande potenza)

Separo l'uomo dall'artista mangiamo insieme da braccio

Appena prendi il mic in mano io t'ammazzo (qui c'è un riferimento alla poliedricità dell'artista, che

non si pensa come un essere monolitico, ma cangiante e scisso, tanto da dire "sono due persone

diverse, sono uomo e sono anche artista e le mie due personalità hanno due dignità e approcci

diversi, l'una è affettuosa e amichevole, l'altra competitiva e rabbiosa")

Vado di assonanze c'ho messaggi più importanti (l’assonanza è una figura retorica che porta a

usare che si somiglino a livello di suono)

Sono un fottuto panzer tra vocali e consonanti

La corporazione vuole l'action-movie/cattivone (oscuro passaggio in cui viene evocato il mondo

fumettistico o del mondo Marvel -?-, nel senso che la Corporazione pare rimandare alla saga degli

X-Men, e quindi al fatto che il "cattivone" sia un personaggio necessario alla trama narrativa, e

che in questo caso sia lo stesso artista a essere obbligato a impersonificarlo)

Non fotti con il mio realismo: Ventrone (citazione dotta a Ventrone, pittore iper-realista; qui E-
Green si auto-proclama scrittore iper-realista, rivendica cioè l'intento “giornalistico/da cronista”

dei suoi testi, seppur NON fotografico, nel senso che in ogni caso i suoi testi dipingono la realtà,

senza fotografarla, ovvero sopravvive la poetica dell'atto artistico. Non sono fotografie, ma

dipinti, seppur molto realistici)

La mia attitudine mors tua vita mea

Sorrido se penso che è partito tutto da un'idea (di nuovo c'è uno sforzo di sintesi da parte di E-
Green, che esprime come tutto il suo percorso artistico sia partito da una sola, potente idea,

come accade in tutti gli atti artistici che siano autenticamente creativi; gli antichi pensavano che il

"genio", o meglio il "genius loci" fosse uno spiritello che si staccava dalle pareti della propria

stanza e penetrasse nel cervello dell'artista illuminandolo)

Ora guardo la luna mentre sale la marea

Sono curioso di vedere come ce la fai in apnea

Ti porto giù dove camminare al buio è istintivo

Dove non esiste il buono o il cattivo (introduce una metafora di nuovo presa a prestito dal mondo

naturale e marino, in questo caso per sottolineare come all'interno del suo mondo le categorie

riduzionistiche del buono e del cattivo, semplicemente non possano esistere: uno si confonderà

sempre con l'altro, non basterà etichettare le azioni con veloci e pressapochisti giudizi morali.

Riverberi nietzscheani)

Lontano dal tuo piatto caldo e la tua cameretta

O dal tuo piatto caldo e la siringa infetta

Ancora non l'hanno capito, cristo, che peccato

Io non gioco nel loro campionato

Non rinnego le radici perché è da li che ho imparato

Qui qualche galletto sputa ancora nel piatto, maleducato

Come se bastasse dire Mobb Deep

Oggi che si sentono tutti in diritto di

Tu pensi che sia un caso se sono finito qui

C'ho rimesso molto più di due rime e di un beat

Mic check quante sono 40 io non le sento (qui parte un climax che si incastra con la base in modo

perfetto, che continuerà per i prossimi versi fino a culminare con l'immagine del rogo

indescrivibile)

Sembra ieri che andavo a sentire i trillanda al parchetto

Non basta un team di pompieri pimpati fino al caschetto

Per sto rogo indescrivibile che logora da dentro (immagine potente, quella qui presentata da E-
Green, ovvero quella del rogo "indescrivibile che logora da dentro", in riferimento alla passione

viscerale, o più genericamente alla passione, al pathos o più in gergo alla "fotta"; è chiara anche

l'allusione al logorio interiore che una passione del genere produca se non espressa e incanalata

nelle giuste traiettorie)

Poom, penne incandescenti redimo i miei peccati con il sangue di altri

20 convintissimi e matchati pretendenti destinati ad essere scordati

Come da chi da 10 anni è ancora tra gli emergenti (la tematica della critica all'immagine è da

sempre portante per l'artista: qui la esplicita con l'immagine dei "convintissimi e matchati

pretendenti", con la consueta ironia e il solito pungente sarcasmo)

Credo nelle rime di Marsiglia e nei beats di Joe

E in qualche altro gatto che ha qualcosa oltre al flow

Gli altri a cuccia!

Fotocopie di fotocopie di fotocopie, merde, è finita la cartuccia! (critica alla tendenza alla

clonazione da parte dei rapper)

COMMENTO

Questo testo è molto ricco e denso. Si sviluppa seguendo un filo narrativo, seppur non contenga in sé un

argomento solo. Il video, o meglio, lo street video reperibile sul Tubo, ben si sposa con l’andatura del testo,

nel senso che E-Green è ripreso mentre semplicemente cammina per la strada insieme ad alcuni compagni,

rappando. Miglior idea non ci poteva essere per un testo che pare un flusso di coscienza in metrica, parole

messe in riga che suonano come una marcia in rima. Lo abbiamo definito “manifesto” della poetica di E-
Green per la quantità del contenuto e le tematiche citate, che ritroveremo poi in altre sue produzioni (la

volontà di imporre il proprio punto di vista, il bisogno di differenziarsi dalla massa, la concretezza,

l’attitudine “terra-terra” di chi sia abituato a lavorare in ambienti semplici, la competizione nel gioco senza

però l’auto-incensamento esagerato, il malessere e lo spaesamento). E’ chiaro che la poetica di E-Green

rappresenti il tentativo di tenere insieme un insieme disordinato di pezzi, e la vastità del suo linguaggio lo

aiuti ad abbracciare la schizofrenia della sua identità da ex-colombiano trapiantato, tutto in forma di opera

d’arte. L’arte come auto-cura al servizio di fan che si pongono le stesse domande e nutrano le stesse

inquietudini.


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