E-Green – fine dell’inizio
FINE DELL'INIZIO
E-Green
Il brano è presente sull'EP di E-Green "Bricks & Hammers", concepito come tributo al lavoro "Cats and Dogs" di Evidence, del 2011. Dal nostro punto di vista rappresenta per contenuto il manifesto della poetica di E-Green, e del suo modo di concepire l'utilizzo del linguaggio. E-Green si muove con fluidità tra tre lingue diverse, passando dall'italiano all'inglese e ancora al francese. Il testo qui presente rappresenta il lavoro di maggiore spessore contenuto nell'EP; la base inoltre è ottima. Vediamolo nel dettaglio, commentato (in grassetto compaiono i commenti):
Reportage in diretta dall'occhio del ciclone
Camouflage Pirandello in faccia in mezzo alle persone (qui il riferimento è a Pirandello nel suo
lavoro "Uno, Nessuno, Centomila", e al suo lavoro culturale a riguardo dell'identità
dell'individuo, cangiante e fluida e modellata a seconda di chi ci si trovi davanti; il termine
"camouflage" evoca il concetto di "mimetismo", ovvero la capacità di assumere la forma e le
sembianze del contesto in cui ci si trovi: qui riferito al processo di cambiamento identitario che
avviene frequentando persone di volta in volta diverse. Si noti la capacità di sintesi di E-Green,
che racchiude questo processo e questi concetti in pochi vocaboli)
Do omage se non fai quello che faccio io coglione ("omage" fa parte dell'urban dictionary, e
significa "voltare le spalle agli amici per trascorrere una serata con la propria
fidanzata/compagna”)
Nique ta race se non tolleri la mia incursione (qua il francese è per dire "f******* alla tua razza")
Gentilezza qui non è sinonimo di debolezza strano
Fa quasi più rima in italiano
Così sottili che tu manco ci ragioni sopra
Ti passano a fianco a 500 all'ora l'occhio sbotta (qua notiamo una delle prime immagini evocate da
E-Green, in questo caso riferita ai suoi stessi versi, "così sottili che manco ci ragioni sopra", ma
con la potenza di bolidi che sfreccino a velocità smisurata tanto da far "sbottare" l'occhio)
Pietre nel mio zaino salgo scalzo (immagine potentissima, altamente evocativa; rimanda
all'ascesa, al movimento dello scalare. In questo caso E-Green lo fa appesantito da massi nel suo
zaino, e a piedi scalzi, quindi con fatica e dolore. E' dunque un processo faticoso, logorante)
Quiete manco quando dormo prima che mi alzo
Gente che conosco da una vita ma ‘sti cazzi
Gente di merda da una vita inevitabili gli scazzi
Se tu che te la scopi adesso bravo
Ora capisco perché le cagavi il cazzo quando io me la scopavo
Tranquillo ho imparato la lezione
Per una donna io non litigo manco se squirta amore (qui non c'è molto da dire tranne il fatto che
l'artista emetta una dichiarazione di intenti e di priorità, e cioè: gli amici vengono prima delle
ragazze -BrosB4Hoes-, anche quando queste si esprimano in
sentimenti potentissimi)
Adesso vedo tutto così chiaro abnormi nubi nere
All'orizzonte sono tranquillo ci sono partiamo (altra metafora potente di provenienza naturalistica:
non più la montagna da scalare, ma il mare da attraversare. E' da notare la contraddizione
apparente tra il "vederci chiaro" di E-Green e le "nubi nere all'orizzonte", come se l'artista dicesse
"è proprio perché ci vedo chiaro che noto le difficoltà che mi aspettano"; conclude millantando
forza e coraggio: "sono tranquillo, ci sono, partiamo". Questa immagine è ultra-poetica e di
grande potenza)
Separo l'uomo dall'artista mangiamo insieme da braccio
Appena prendi il mic in mano io t'ammazzo (qui c'è un riferimento alla poliedricità dell'artista, che
non si pensa come un essere monolitico, ma cangiante e scisso, tanto da dire "sono due persone
diverse, sono uomo e sono anche artista e le mie due personalità hanno due dignità e approcci
diversi, l'una è affettuosa e amichevole, l'altra competitiva e rabbiosa")
Vado di assonanze c'ho messaggi più importanti (l’assonanza è una figura retorica che porta a
usare che si somiglino a livello di suono)
Sono un fottuto panzer tra vocali e consonanti
La corporazione vuole l'action-movie/cattivone (oscuro passaggio in cui viene evocato il mondo
fumettistico o del mondo Marvel -?-, nel senso che la Corporazione pare rimandare alla saga degli
X-Men, e quindi al fatto che il "cattivone" sia un personaggio necessario alla trama narrativa, e
che in questo caso sia lo stesso artista a essere obbligato a impersonificarlo)
Non fotti con il mio realismo: Ventrone (citazione dotta a Ventrone, pittore iper-realista; qui E-
Green si auto-proclama scrittore iper-realista, rivendica cioè l'intento “giornalistico/da cronista”
dei suoi testi, seppur NON fotografico, nel senso che in ogni caso i suoi testi dipingono la realtà,
senza fotografarla, ovvero sopravvive la poetica dell'atto artistico. Non sono fotografie, ma
dipinti, seppur molto realistici)
La mia attitudine mors tua vita mea
Sorrido se penso che è partito tutto da un'idea (di nuovo c'è uno sforzo di sintesi da parte di E-
Green, che esprime come tutto il suo percorso artistico sia partito da una sola, potente idea,
come accade in tutti gli atti artistici che siano autenticamente creativi; gli antichi pensavano che il
"genio", o meglio il "genius loci" fosse uno spiritello che si staccava dalle pareti della propria
stanza e penetrasse nel cervello dell'artista illuminandolo)
Ora guardo la luna mentre sale la marea
Sono curioso di vedere come ce la fai in apnea
Ti porto giù dove camminare al buio è istintivo
Dove non esiste il buono o il cattivo (introduce una metafora di nuovo presa a prestito dal mondo
naturale e marino, in questo caso per sottolineare come all'interno del suo mondo le categorie
riduzionistiche del buono e del cattivo, semplicemente non possano esistere: uno si confonderà
sempre con l'altro, non basterà etichettare le azioni con veloci e pressapochisti giudizi morali.
Riverberi nietzscheani)
Lontano dal tuo piatto caldo e la tua cameretta
O dal tuo piatto caldo e la siringa infetta
Ancora non l'hanno capito, cristo, che peccato
Io non gioco nel loro campionato
Non rinnego le radici perché è da li che ho imparato
Qui qualche galletto sputa ancora nel piatto, maleducato
Come se bastasse dire Mobb Deep
Oggi che si sentono tutti in diritto di
Tu pensi che sia un caso se sono finito qui
C'ho rimesso molto più di due rime e di un beat
Mic check quante sono 40 io non le sento (qui parte un climax che si incastra con la base in modo
perfetto, che continuerà per i prossimi versi fino a culminare con l'immagine del rogo
indescrivibile)
Sembra ieri che andavo a sentire i trillanda al parchetto
Non basta un team di pompieri pimpati fino al caschetto
Per sto rogo indescrivibile che logora da dentro (immagine potente, quella qui presentata da E-
Green, ovvero quella del rogo "indescrivibile che logora da dentro", in riferimento alla passione
viscerale, o più genericamente alla passione, al pathos o più in gergo alla "fotta"; è chiara anche
l'allusione al logorio interiore che una passione del genere produca se non espressa e incanalata
nelle giuste traiettorie)
Poom, penne incandescenti redimo i miei peccati con il sangue di altri
20 convintissimi e matchati pretendenti destinati ad essere scordati
Come da chi da 10 anni è ancora tra gli emergenti (la tematica della critica all'immagine è da
sempre portante per l'artista: qui la esplicita con l'immagine dei "convintissimi e matchati
pretendenti", con la consueta ironia e il solito pungente sarcasmo)
Credo nelle rime di Marsiglia e nei beats di Joe
E in qualche altro gatto che ha qualcosa oltre al flow
Gli altri a cuccia!
Fotocopie di fotocopie di fotocopie, merde, è finita la cartuccia! (critica alla tendenza alla
clonazione da parte dei rapper)
COMMENTO
Questo testo è molto ricco e denso. Si sviluppa seguendo un filo narrativo, seppur non contenga in sé un
argomento solo. Il video, o meglio, lo street video reperibile sul Tubo, ben si sposa con l’andatura del testo,
nel senso che E-Green è ripreso mentre semplicemente cammina per la strada insieme ad alcuni compagni,
rappando. Miglior idea non ci poteva essere per un testo che pare un flusso di coscienza in metrica, parole
messe in riga che suonano come una marcia in rima. Lo abbiamo definito “manifesto” della poetica di E-
Green per la quantità del contenuto e le tematiche citate, che ritroveremo poi in altre sue produzioni (la
volontà di imporre il proprio punto di vista, il bisogno di differenziarsi dalla massa, la concretezza,
l’attitudine “terra-terra” di chi sia abituato a lavorare in ambienti semplici, la competizione nel gioco senza
però l’auto-incensamento esagerato, il malessere e lo spaesamento). E’ chiaro che la poetica di E-Green
rappresenti il tentativo di tenere insieme un insieme disordinato di pezzi, e la vastità del suo linguaggio lo
aiuti ad abbracciare la schizofrenia della sua identità da ex-colombiano trapiantato, tutto in forma di opera
d’arte. L’arte come auto-cura al servizio di fan che si pongono le stesse domande e nutrano le stesse
inquietudini.