La Bella e la Bestia: la musica è sempre la stessa

LA TRAMA
Nella Francia del ‘700 un giovane principe è vittima di un maleficio da parte di una maga che lo trasforma in Bestia e lo isola nel proprio castello, vincolandolo con una rosa incantata a quell’aspetto orribile fin quando non fosse riuscito a farsi amare. Tempo dopo nel villaggio vicino la fanciulla Belle vive col padre artista ed è impegnata a liberarsi di Gaston, intraprendente scapolo locale deciso a sposarla contro la sua volontà. Un giorno Belle va alla ricerca del padre scomparso e si imbatte nel castello della Bestia dove il genitore è recluso, offrendo la propria libertà in cambio della sua. Nel periodo di prigionia Belle conoscerà le creature magiche che lo abitano e capirà il vero animo della Bestia.
Non si discosta molto dalla versione del 1991, ma si adatta come durata agli standard attuali aggiungendo delle parti che consentono di aprire una finestra sugli eventi del passato e che permettono di avvicinarsi un po’ di più alla fiaba originale. La morale è nota ed stata affrontata un'infinità di volte, qui viene trattata in modo meno marcato facendo trasparire un maggiore senso di pietà e allargando l’attenzione sul rapporto padre e figlia, sottolineando il lato intellettuale della protagonista e l’ influenza artistica ereditata dal padre che le consente di avere una sensibilità capace di cogliere il vero animo delle persone, contrapposta in maniera quasi provocatoria con la superficialità e la rozzezza degli altri abitanti del villaggio, incapaci di indagare così a fondo, sottolineando la dote che possiede una persona di cultura di non fermarsi davanti alle sole apparenze.
Il film asseconda la tendenza attuale di mercato di riadattare i classici Disney d’animazione utilizzando attori in carne e ossa, scaltra mossa commerciale che fa affidamento su un pubblico di adulti già affezionati conoscitori della fiaba, curiosi di riscoprirla in questa nuova versione e ovviamente al pubblico dei più piccoli. Questo trend è cominciato con Alice in Wonderland (2010), Maleficent (2014), Cenerentola (2015) e Il Libro della Jungla (2016), e a quanto pare la Disney sembra lanciata in questo senso a proseguire questa prolifica stagione con numerosi progetti in rampa di lancio.
Interessante come fenomeno di intrattenimento questo filone rischia però di diventare banale e prevedibile in futuro, almeno che non si segue il sentiero tracciato da Maleficent, capace di rivoluzionare la storia senza però intaccare la fiaba originale. Molto più probabilmente invece si andrà verso l'incasso sicuro al botteghino venendo incontro ad un pubblico affezionato all'usato sicuro, cullato in un mondo già conosciuto che sente di non aver bisogno di nuove e più complicate storie. Altro discorso vale per i più giovani dove questa versione non rappresenta un restyling ma una prima visione vera e propria, in questo caso sarebbe curioso analizzare il perché di questo fenomeno, avvenuto in un periodo dove l’animazione per i più piccoli è dappertutto e il continuo fruirne porta a considerarla reale, e quindi paradossalmente il momento di evasione viene portato dalla comparsa di attori veri.