Le vibrazioni dell’anima: lo young adult secondo Tomatis e Frescura

Si è presentato a Mondovì, presso la Libreria Confabula, la nuova opera dello scrittore monregalese Marco Tomatis, scritto a quattro mani con Loredana Frescura, con cui Tomatis ha da tempo una fruttuosa collaborazione. Siamo nell'ambito della letteratura Young Adult: un genere relativamente nuovo sulla scena italiana, ma che nel mondo anglosassone è ormai una realtà consolidata. Vi era infatti un gap tra la letteratura per ragazzi fino alle medie incluse e la letteratura adulta pienamente intesa. Un vuoto che è stato colmato con questa nuova fascia, rivolto al pubblico tra 15 e 20 anni, con frequenti sfondamenti verso l'alto.
Il caso più celebre di questo tipo di romanzi è la serie di Hunger Games, mentre aspetti trasversali appaiono in Harry Potter, inizialmente rivolto a una fascia di ragazzi più giovane, ma pensato in modo da crescere coi suoi lettori. Tutto questo lo spiega Tomatis, reduce dalla vittoria del Gigante delle Langhe, importante premio della letteratura per bambini assegnato tramite una giuria popolare di giovanissimi lettori. In dialogo col libraio Marco Picco, con le sue consuete abilità di affabulatore, Tomatis spiega come lui e Frescura siano stati di recente contattati, infatti, da Fanucci, storico editore che ha avviato una collana di questo tipo, "Leggere", recuperando soprattutto giovani autori dai blog (il caso più noto è la giovanissima Cristina Chiperi). Il lavoro di Tomatis-Frescura è invece stato richiesto per "alzare il livello" verso una lettura più adulta, e lo stesso Tomatis non manca di fare qualche rilievo critico sui rischi di questa evoluzione, che nel complesso però vede come inevitabile.
Ecco quindi che il titolo, "Un'anima che vibra", parte da una citazione di Pablo Neruda ("un abbraccio, se silenzioso, fa vibrare l'anima e rivela ciò che ancora non si sa o si ha paura di sapere"), e la vicenda , partendo dalla storia di una comune ragazza di diciassette anni, Domenica detta Mimì, tocca temi profondi e complessi dell'Italia di oggi. Mimì segue la madre, operaia, nel trasferimento a Piandiperi, un piccolo paesino dove si è aperta una nuova fabbrica di lavatrici; qui tra le altre cose incontra Gaetano, profugo siriano nato durante uno sbarco, che proviene però dalla nutrita minoranza cristiana, circa il 20% del paese.
L'autore non rivela molto di più, per evitare il rischioso effetto spoiler: ma i brani letti invogliano in effetti alla lettura, a scoprire di più. Molto interessanti, a margine del romanzo, le considerazioni che Tomatis compie circa l'editoria, letteratura e industria a un tempo stesso, di cui l'autore svela con franchezza alcuni retroscena, specie del più ridotto sottoinsieme degli autori per ragazzi (un centinaio di professionisti in tutta Italia). Piandiperi, per concludere, è un paese immaginario, per evitare eventuali irritazioni degli abitanti reali dei piccoli centri, ma un elemento almeno rimanda al cuneese: l'elogio della lavatrice condotto dalla mamma di Mimì nel romanzo è ispirato all'autore dal Monumento alla Lavatrice, realmente elevato a Gaiola (qui vi è una scheda tecnica sul sito del comune).
E in effetti, concordiamo con l'autore e il suo personaggio: tra tante, troppe statue elevate a discutibili eroi portatori di morte e distruzione, un monumento ai piccoli/enormi progressi della tecnologia al servizio della vita appare giustissimo.