
La mafia si combatte perseguendo la legalità in ogni azione della nostra quotidianità». Con queste parole di Luigi Garlando si potrebbe riassumere la mattinata di giovedì 20 aprile, in cui il giornalista e scrittore, insieme al vicedirettore de “La Gazzetta dello Sport”, Pier Bergonzi, ha incontrato i ragazzi delle scuole medie di Vicoforte, Villanova Mondovì, San Michele Mondovì e Pamparato.
Una giornata divisa in due appuntamenti - prima nel suggestivo scenario del teatro “Garelli” di Villanova Mondovì, quindi all’ombra del Santuario di Vicoforte, in “Casa Regina Montis Regalis” - promossi dall’associazione “Piero Dardanello” nell’ambito dell’iniziativa “DardanelloIncontra” che, a partire dal 2016, mette a confronto gli studenti con grandi nomi del giornalismo e dell’attualità.
«Lo sport e l’impegno contro la mafia non sono così diversi come possono apparire - ha dichiarato lo stesso Garlando, capo del calcio in “Gazzetta dello Sport”, rispondendo ad un alunno - perché, in entrambi, sono importanti i temi della legalità e del rispetto. Una delle cose più belle che lo sport riesce ad insegnare ai ragazzi è proprio quell’educazione che è fondamentale se si vuole combattere la mafia».
Dopo l’introduzione di Paolo Cornero, vicepresidente dell’associazione “Dardanello” e direttore del progetto “Dardanello a Scuola”, di cui è in corso la seconda edizione, sono intervenuti il presidente dell’associazione, Sandro Dardanello, l’assessore alla Cultura di Villanova Mondovì, Tamara Rosso, ed Ezio Raviola, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo che, fin dal debutto, garantisce il proprio sostegno al progetto di giornalismo sui banchi di scuola. Diversi gli argomenti toccati durante l’incontro al teatro “Garelli”: si è cominciato dal giornalismo, con Bergonzi e Garlando che hanno raccontato i motivi per cui hanno intrapreso la professione. Incalzati dalle domande dei ragazzi, ben preparati all'incontro grazie alle lezioni in classe del “Dardanello a Scuola” ed alla lettura del testo di Garlando, “Perché mi chiamo Giovanni” (Fabbri Editori), le due penne della “Rosea” hanno spaziato tra i temi più disparati, dal calcio al ciclismo, dalla scrittura ai social network. Un momento che ha permesso agli studenti di apprendere i segreti del mestiere del giornalista, definito da Bergonzi “il lavoro più bello del mondo”.
La seconda parte della mattinata si è svolta invece a Vicoforte, in “Casa Regina Montis Regalis”, dove, dopo il saluto del sindaco Valter Roattino, i due ospiti si sono messi a disposizione dei ragazzi per rispondere alle tante curiosità emerse. «Incontrare la sorella di Giovanni Falcone - ha sottolineato Garlando, recente vincitore del “Premio Strega - Ragazze e Ragazzi” - ed avere la possibilità di visitare insieme a lei i luoghi e le stanze dove il fratello trascorreva le sue giornate, è stato emozionante e toccante. Nel periodo che ho trascorso a Palermo per raccogliere informazioni per il mio libro, mi sono reso conto di quanto la mafia si possa combattere quotidianamente facendo qualcosa di buono per la comunità. Proprio questo aspetto mi ha ulteriormente spinto a far conoscere ai ragazzi una figura come Falcone, che ha avuto il merito di riaccendere la speranza nel cuore di tante persone».
Anche in questa seconda parte di mattinata, la discussione ha poi preso varie strade, concentrandosi infine sul giornalismo: «Per una persona curiosa come me, fare il giornalista è un sogno - ha affermato Bergonzi, prima firma del ciclismo nel quotidiano oggi guidato da Andrea Monti - perché mi dà la possibilità di continuare ad essere curioso. Apprendere ed imparare qualcosa da tutto ciò che accade intorno a noi è molto importante ed il nostro mestiere ci “obbliga” a farlo». A margine degli incontri, Garlando ha poi presentato il suo recente libro, “Io e il Papu” (Rizzoli), nelle librerie dal 13 aprile scorso. Lo scrittore ha anche parlato della sua passione per la lettura, ammettendo di aver iniziato a leggere con costanza solo negli anni del Liceo: «Quando avevo la vostra età (riferito ai ragazzi delle scuole medie, ndr), il mio primo pensiero era giocare a pallone con gli amici, l’ultimo quello di prendere in mano un libro e leggerlo. Per questo mi sento di dire che uno scrittore non nasce come tale, ma nasce nel momento in cui si innamora della lettura».
Due sessioni che hanno colto nel segno, con tanto di ridda di autografi finale per Bergonzi e Garlando: «È difficile raccontare l'emozione provata in entrambi gli appuntamenti del “Dardanello Incontra” - conclude Paolo Cornero, direttore del progetto “Dardanello a Scuola” - perché avere l'onore di sedere al fianco di personaggi così illustri è un onore non solo per me, ma per l'intera associazione “Dardanello”. Sono felice di aver esaudito un desiderio delle insegnanti e dei ragazzi che, all’inizio dell'anno scolastico, avevano proprio indicato Garlando come ‘desiderata’. La prova che non si deve aver paura di sognare... Per questo ringrazio tutti gli enti e gli sponsor privati che consentono di realizzare i desideri dei ‘nostri’ ragazzi».