Un fumetto in edicola: la fine di “Lilith” di Luca Enoch

Luca Enoch è uno dei nomi più interessanti del fumetto italiano dagli anni '90 in poi. La sua fama inizia da autore completo con Sprayliz, prima sull'Intrepido, poi come testata autonoma nei primi anni '90. Una protagonista femminile forte, controversa in molti aspetti, innovativa per un fumetto italiano molto al maschile (un precedente importante, in questo senso, sono sicuramente i fumetti di Cinzia Ghigliano, con una declinazione comunque molto diversa). Non a caso Enoch viene coinvolto come disegnatore nella prima eroina a fumetti Bonelli, Legs Weaver, nel 1995, per cui realizza varie storie. Ma Enoch, pur essendo autore estremanente pop, preferisce la dimensione autoriale di regista completo dei suoi lavori, testi e disegni. Così nel 1999 ottiene il via libera per un suo ambizioso progetto, un unicum in Bonelli: una serie semestrale che sviluppa, in una continuity serrata, una storia di cui lui è il solo autore. Si tratta di Gea, serie che si conclude nel 2007 in un primo arco decennale. La libertà concessa a Enoch si riflette anche nei temi: all'apparenza, fantascienza (come in Legs) con alieni che invadono il nostro mondo da buchi spazio-temporali, e una casta iniziatica di Guardiani che ci difende. Ma ben presto la storia diviene problematica, e il tema dell'alieno "invasore" diventa occasione di una riflessione sul concetto di straniero. Tuttavia - qui sta l'arte di Enoch - non è nemmeno un'opera conciliatoria, "buonista" come direbbe qualcuno con una brutta parola molto in voga in questi anni: cultore di un intelligente relativismo, Enoch mostra una pluralità di punti di vista in modo niente affatto scontato. Lo stesso accade con questo Lilith, qui all'ultimo capitolo, che copre il decennio successivo, 2008-2017. Torna la fantascienza dei buchi spazio-temporali, ma questa volta l'accento va sul tempo e non sullo spazio: l'invasore alieno è uno solo, ma attacca in varie epoche e la protagonista Lilith lo insegue per sradicarlo una volta per tutte, offrendo il destro a Enoch per minuziosissimi quadri storici che diventano il terreno di un'ucronia, piccole modifiche alla linea temporale gravide di conseguenze. Tavole dinamiche, arricchite da una sapiente retinatura e da un segno minuzioso e dettagliato, ma non privo di una certa ironia (qui comunque meno che in Gea). Anche qui, avanzando le cose divengono più complesse; questo finale non deluderà chi desidera un fumetto più adulto e meno accomodante, anche nel genere popolare e d'azione. Insomma, un lavoro raffinato, con l'unico limite che la frequenza molto diluita non ha permesso di portarlo al pieno successo che avrebbe meritato. Aspettiamo quindi il prossimo lavoro di Enoch, con innegabile interesse e curiosità.