Castello di Casotto: fondi europei per 3 milioni di euro, ma la burocrazia rallenta il via all’appalto

Sono 3 milioni di euro i fondi europei stanziati dalla Regione Piemonte per la tenuta sabauda di Casotto. Fondi che verranno impiegati per la sistemazione dell’acquedotto e dell’impianto antincendio, per la realizzazione di una centralina idroelettrica, per il restauro della cappella e il miglioramento della viabilità di accesso. Del progetto si è discusso mercoledì mattina in Comune a Garessio durante l’incontro voluto dalla Regione Piemonte. Presenti i Comuni di Garessio e Pamparato, l’Unione montana Alta Val Tanaro, l’Atl Cuneo, il Politecnico di Torino, la “Società di studi storici” di Cuneo, il Fondo storico “Alberto Fiore” e operatori locali del settore. I funzionari della Regione hanno illustrato gli interventi che, da cronoprogramma, dovranno concludersi in trenta mesi; ma non è chiaro quando cominceranno siccome la Regione, che deve appaltare, ancora attende autorizzazioni. La burocrazia, dunque, rallenta l’avvio di un iter definito «fondamentale per poi individuare e garantire una gestione ottimale». «L’obiettivo è che il castello possa avere finalità turistico-ricettive – ha detto l’assessore regionale alla Cultura Antonella Parigi – proponendo cultura, promozione dei prodotti tipici, ristorazione e ricettività. Importante anche il restauro della cappella che potrebbe aprire ulteriori possibilità di utilizzo della struttura». E sulla futura gestione: «auspico un unico interlocutore a cui affidare sia la parte culturale che quella turistico-ricettiva, che potrà essere no profit oppure profit». Conti alla mano, al di là del loro più o meno immediato avvio, i lavori in programma si concluderanno comunque oltre la scadenza dell’attuale mandato amministrativo regionale. Valutata l’eventualità che, almeno la parte museale, possa essere aperta a lavori in corso. «Tempistiche piuttosto lunghe – ha commentato in conclusione il sindaco Sergio Di Steffano – tenteremo in tutto di favorire gli interventi per arrivare alla diretta fruizione del castello».