Un fumetto in biblioteca: Antonelli e la Mole torinese

Abbiamo cominciato il nostro percorso sul fumetto in biblioteca con dei grandi classici, gli irrinunciabili che spesso non è immediato reperire in edicola o libreria, e per cui la biblioteca è uno strumento prezioso ed essenziale. Questa invece è un'opera minore ma interessante, anche in chiave monregalese, a suo modo.
"AAA, Il diario fantastico di Alessandro Antonelli Architetto", è difatti un fumetto a sei mani di Fabio Geda, Marco Magnone e Ilaria Urbinati che tratta della vita del celeberrimo architetto torinese, autore del landmark per eccellenza della capitale sabauda, la Mole antonelliana che campeggia in effetti anche in copertina del libro. Antonelli era del resto amico di un grande costruttore suo coevo, delle nostre parti, lo Schellino, che a Dogliani e dintorni lasciò traccia perenne del suo bizzarro genio: solo geometra e non architetto, ma dotato comunque di una visione affascinante, quale si esplica ad esempio nel portale del cimitero doglianese.
Di questo nel fumetto, logicamente, non c'è traccia. La biografia di Antonelli viene invece letta tramite gli occhi di un acrobatico custode della Mole che ne scala la cupola per una ardita manutenzione. La storia ci ricostruisce le vicende del genio fin dall'infanzia, dove l'ispirazione alla Mole è ricondotta a una mongolfiera (curioso, in chiave monregalese, essendo Mondovì la capitale delle mongolfiere), un pallone frenato che il piccolo Alex vede visitando un circo nel 1808, da cui ricava il sogno di una architettura come mongolfiera rovesciata.
I disegni evocano bene il gusto sognante e bizzarro di questa biografia immaginaria, dove ampio spazio è dato all'evocazione e alla suggestione.
Ecco allora Alex che si sogna quale nuovo Icaro leggendo i miti greci, Alessandro "Napoleone delle vertigini" che immagina una nuova Torre di Babele, il giovane architetto mentre viene ricevuto da dubbiosi massoni incappucciati e infine quando ottiene la fiducia del sinedrio ebraico torinese, l'unico a capirne il genio, salvo essere a sua volta scavalcato dall'ebbrezza di A.A.A. per un'altezza assoluta, sublime (con la mongolfiera rovesciata si chiude nuovamente il fumetto).
Chissà se un giorno, oltre al grande Antonelli, anche il nostro doglianese Gian Battista Schellino potrà godere di un simile omaggio fumettistico o magari anche solo romanzesco. Anche le sue ossessioni gotiche, pur meno celebri, lo meriterebbero.