La lotta per una felicità irraggiungibile: Fortunata

TRAMA
Fortunata è una madre separata dal marito che per sbarcare il lunario lavora come parrucchiera a domicilio, sogna di aprire un negozio da parrucchiera per garantire a se e alla figlia un futuro più felice. La sua faticosa quotidianità verrà stravolta dalle sedute obbligatorie con lo psicologo Patrizio e dall’invadente ritorno del aggressivo ex marito.
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Il nome della protagonista Fortunata appare quasi beffardo, infatti di lei tutto si può dire tranne che sia baciata dalla buona sorte, una donna forte che si piega, che appare sempre sul punto di crollare ma che non si spezza mai, in una lotta contro tutto e tutti per ottenere un’ esistenza migliore, per se e per la figlia che non le risparmia niente: critiche, capricci e affanni fino a problemi più seri quasi irrisolvibili; tenacemente cerca di sopravvivere imprigionata in una sorta di sabbie mobili in cui ogni movimento per cercare di risalire e uscirne ti fa sprofondare sempre più giù. L’unica mano che sembra portarla fuori dal baratro è quella dello psicologo, ma i pochi momenti di felicità sono un raggio di luce preludio e causa di distruzione, una parabola che lascia senza speranza e che costringe la protagonista ai compromessi più dolorosi, minando la sua certezza, intaccando le fragili fondamenta del suo passato nascosto da anni, come coperto da piani di cemento, lo stesso utilizzato per l’edificazione della periferia romana, sfondo della vicenda, trappola e riparo per gli sconfitti.
Ma gli sconfitti veri sono altri, l’ex marito di Fortunata: una guardia giurata violenta, manesca e possessiva e lo psicologo, naturale continuazione del personaggio interpretato dal regista Sergio Castellitto nella serie TV “In treatment”, che non riesce a rimane distaccato e professionale, causando ulteriori problematiche alla paziente; entrambe queste figure rappresentati il sostegno morale e la protezione fisica dell’individuo, vengono meno al loro compito, il loro riferimento mancante e stravolto l’impegno nei confronti dei più deboli. Questo sembra essere l’attacco che la sceneggiatrice Margaret Mazzantini (moglie di Sergio Castellitto) rivolge nei confronti delle istituzioni ancorate a cavilli e regole, incapaci di indagare in profondità, colpevoli di non essere d’aiuto a donne ed emarginati: sfruttati, raggirati e fraintesi, un ostacolo nella propria indipendenza, sicurezza e felicità, desideri che appaiono non potersi concretizzare nel volto fiero e disperato di Jasmine Trinca consacrata come migliore interpretazione nell’ultimo festival del cinema di Cannes.