Quando il cinema si fa fumetto.

Da un annetto a questa parte la Panini Comics ha varato una nuova testata, Tesori international (a cui qualche mese dopo, si è affiancato Tesori made in Italy, interamente dedicato agli autori italiani) che raccoglie idealmente l'eredità del vecchio I maestri Disney (un po' come Uack! e il successivo Uack presenta Paperopoli, eredi dello storico Zio Paperone): una rivista da collezionisti, che presenta materiale d'autore, pubblicando ogni due mesi volumi monografici. Ogni numero prende in esame un autore o un tema, propone una selezione di storie e le valorizza affiancando alla riproduzione delle tavole articoli e approfondimenti storico culturali. Un'iniziativa preziosa, che contribuisce al recupero e alla divulgazione del materiale fumettistico Disney, in cui i non addetti ai lavori hanno molta difficoltà a orientarsi, per via delle consuetudini editoriali dell'azienda americana. Per anni il materiale prodotto per i fumetti, considerato di pura evasione, è stato proposto sulle pagine dei settimanali senza pubblicare alcun credito o riferimento che consentisse di attribuire tavole e sceneggiature ai loro autori. In alcuni casi le attribuzioni sono tuttora incerte. Il tema del volume 8 “Topo cinema fumetto” è particolarmente interessante e originale: merita una segnalazione.
È dedicato, infatti, alle trasposizioni fumettistiche dei film e dei corti prodotti dalla casa di animazione Disney. Non si tratta quindi delle parodie e degli adattamenti, ben noti e su cui, peraltro, la bibliografia è sterminata e le ripubblicazioni sono abbastanza popolari. Sono versioni a fumetti dei corto-medio-lungometraggi pensati per cinema e televisione. La Walt Disney ha mantenuto negli anni la tradizione, ogni volta che un nuovo film è in uscita, di affiancare sui periodici la versione a fumetti della pellicola, per scopi promozionali. Un genere completamente trascurato, anche perché considerato una semplice versione su tavola del film, poco più di un prodotto di merchandising, che nulla aggiunge. In realtà molti grandi autori si sono cimentati in questi rifacimenti, ed a leggerli con la giusta attenzione ne emergono dettagli particolarmente interessanti. Nella scelta delle inquadrature, dei fotogrammi da ricopiare, nei punti di maggiore aderenza e nei punti in cui invece l'autore sceglie di discostarsi dal modello, è possibile osservare da un punto di vista privilegiato il delicato rapporto che intercorre tra l'animazione e il fumetto, le difficoltà che può incontrare un disegnatore nel rendere in una vignetta le gags e i movimenti complessi di una pellicola. Tra le storie incluse nel volume quella, a mio avviso, più interessante da questo punto di vista è La Roulotte di Topolino. Si tratta della trasposizione fumettistica del celebre cortometraggio animato del 1938, che vede protagonisti Pippo, Paperino e Topolino, alle prese con una sfortunata vacanza a bordo di una casa-roulotte. Il corto era caratterizzato, più che da dialoghi e trama, proprio da una serie serrata di sketch visivi, tutti basati sul movimento.
César Ferioli Pelaez, disegnatore spagnolo, ne ha tratto dal 2000 una storia a 8 tavole, poi edita in Italia nel 2001 rimontata su 11 tavole. Pelaez si cala nello stile dell'epoca e riesce a riprodurre con grande fedeltà il tratto degli animatori. Dove però è visibilmente più in difficoltà è nella riproduzione delle scene, nella continuità. Il taglio e il ritmo delle vignette sono efficaci, il lettore si orienta abbastanza comodamente, a tratti però si ha l'impressione di essere davanti a una serie di fotogrammi spezzati tra di loro, e molte delle trovate del corto perdono notevolmente di presa, affidate alla staticità del disegno. Il volume propone otto storie, ispirate ad altrettante pellicole: il protagonista è sempre Topolino, con vari comprimari. La prima è un vero e proprio cimelio: Topolino e il sarto Ammazzasette, con le matite di Floyd Gottfriedson, forse il più celebre disegnatore di Topolino dopo Walt Disney. Ispirata al cortometraggio di nove minuti del 1938 (che ottenne una nomination all'oscar), si discosta dal film solo per l'introduzione, una scena “cornice” in cui Topolino viene scritturato per la parte di protagonista della pellicola. Il resto della storia è molto fedele all'originale, riproduce con cura le ricche ambientazioni europee e i personaggi. Replica, in molti casi, con grande attenzione i singoli fotogrammi del film. Dopo la Roulotte di Topolino di cui abbiamo parlato poco fa, c'è un'altra chicca: la versione a fumetti del più celebre cortometraggio di Topolino di tutti i tempi: L'apprendista stregone. Rispetto al corto, apparso in Fantasia nel 1940 e reincluso in Fantasia 2000, i fumettisti aggiungono i dialoghi e un breve prologo, all'esterno del castello del mago. La quarta storia è Topolino e il Fagiolo magico del 1947, tratta dall'omonimo episodio che compare nel film Fun and fancy free (in italiano Bongo e i tre avventurieri), disegnata da Harvey Eisenberg (disegnatore che lavorerà anche alla MGM per animare le avventure di Tom e Jerry). Segue Pluto in: Un motivo per bisticciare, fedele trasposizione di Paul Murray di un corto che vede protagonisti Pluto e Cip e Ciop alle prese con un mucchio di noci (curiosità: nel film erano ghiande) e la caccia a un feroce orso. Particolarmente interessante anche la trasposizione del Principe e il povero, mediometraggio del 1990 uscito in Italia nel 1991. La versione a fumetti fu affidata a Sergio Asteriti, che aveva molta dimestichezza con le ambientazioni medievali, coadiuvato da Roberto Santillo per i personaggi e Valeria Turati per gli sfondi. Il risultato è una storia in due episodi, dal tratto grafico molto particolare, che si discosta dalla semplice replica dello stile del film per acquisire una propria forte personalità. Il volume si chiude con Topolino e la fuga di cervelli e i Tre Moschettieri. Il primo è una versione a fumetti di Urich Schroder e Ferran Rodriguez su testo di Jean Luc Cochet, del cortometraggio distribuito nei cinema insieme a In viaggio con Pippo e Un ragazzo alla corte di re Artù, che vede Topolino ostaggio di un malefico professore che scambia la sua personalità con quella di un perfido colosso. Il secondo è la trasposizione del film parodia uscito nel 2005 e destinato all'home video, realizzata da un team di disegnatori tutto italiano (Fabrizio Petrossi, Dario Calabria, Simona Graziano e Valeria Turati) e caratterizzata da una qualità grafica e di colore davvero superlativa.