Tiersen non è solo Tiersen

Nella "musica da film" sono passati alcuni dei principali compositori e artisti di fine e inizio millennio, un modo nuovo per pensare ad una forma più “classica” della trasmissione della cultura e della tradizione musicale. Da Williams a Morricone, passando per Nyman, Luis Bacalov o Nicola Piovani, la lista è lunga; e non ultimo il più giovane (per anagrafe) Yann Tiersen, sono tutti autori conosciuti come compositori di colonne sonore, ma questo tipo di appellativo è forse un po' riduttivo, visto il loro grande genio artistico.
Per questa ragione (e per tante altre che si proverà a sviluppare) non si può pensare a Tiersen unicamente come a un grande compositore di colonne sonore, come GoodBye Lenin o "Amélie", di struggenti ballate piano solo e basta; è ben altro, molto altro. Altrettanto osservando la medagli sul suo lato opposto non si può credere che Yann Tiersen sia solo un provetto polistrumentista che carica i propri live di rock tormentato e di sonorità distorte; non solo è solo questo. C'è una dimensione di intimità che non può essere celata, alla quale non si può rinunciare e che ne ha fondato il carattere. È interessante, ogniqualvolta l'artista transalpino ci dà l'occasione (come nel progetto Eusa) di percepire queste differenze, non lasciarsi scappare l'occasione per rinnovare l'incontro. E ancora più gradita l'occasione di farlo a Monforte, in occasione della prima puntata della rassegna che annualmente porta nel piccolo borgo di langa alcune delle più interessanti musicali e jazz di tutta la provincia; là dove (in "elettrico") qualche anno fa si è potuto assistere ad uno dei suoi live più memmorabili.
Quello dell'edizione 2017 di Monfortinjazz è stato un live che potrebbe essere definito di raccoglimento e (seppur pagana) preghiera: i suoni del pianoforte si mescolano con la natura, si ode lo stormir degli alberi del parco di Villa Beccaris, mescolarsi con le onde del mar di Bretagna in lontananza; il tutto immersi nelle colline di Langa. L'immaginazione ci trasporta in un viaggio in cui la sacralità è fatta di suono e suoni, e ben poco altro: la melodia scandita dai tasti bianchi e neri del pianoforte, sono le campane di una chiesa in una domenica di festa. Una produzione artistica, quest'ultima, in cui si abbandona un po' - almeno in parte - il gioco del contrappunto sonoro e delle antitetiche forme ritmiche, per andare alla ricerca dell'armonia e delle armonie, in un flusso continuo che trova un suo equilibrio con il mondo che gli sta attorno o che esce dalla registrazione di un grosso riproduttore analogico su nastro.
Nella seconda fase, dopo aver proposto integralmente Eusa, l'artista torna - ancorché in solo - alle dinamiche musicali più amate, siano esse fatte con il pianoforte, sulla clavietta (come ne La Dispute), con due piani giocattolo a campane tubolari, o ancora al violino (Sur le fil, tratto dall'album Le Phare, brano che ha concluso questa magnifica serata).
Ancora due righe le merita Monfortinjazz, preziosa kermesse (come ce ne vorrebbero sul nostro territorio) di perfetta integrazione tra il borgo storico, il territorio e la musica. Quella di Tiersen è stato il primo episodio di un lungo programma che conterà anche: il ritorno (vista la doppia defezione dello scorso anno) di Gregory Porter, due potenziali sorprese ricche di fascino e stupore stilistico portate da Bokanté, progetto che vede nelle sue fila alcuni componenti degli Snarky Puppy (di cui si è parlato ampiamente anche qui), e dal Robert Glasper Experiment. A Massimo Ranieri il compito di raccontarci la magia e il forte legame della cultura italiana con la musica popolare e la tradiziona napoletana, mentre il gran finale è lasciato alla coppia inedita formata da Vinicio Capossela e Marc Ribot (nel progetto Strikes!).
Sur le fil (brano con cui Yann Tiersen ha concluso l'encore del live di Monfortinjazz)
https://www.youtube.com/watch?v=UJyzBgc7BFo
Porz Goret, uno dei brani principali di Eusa
https://www.youtube.com/watch?v=KwwwWz6Ef3I
La clavietta che apre il brano La Dispute (tratto da Le Phare, e utilizzato anche per la colonna sonora di "Amélie")
https://www.youtube.com/watch?v=hvqQGTA34eQ
La magia de La Valse des Monstres, di Tiersen, brano eseguito con dei pianoforti giocattolo a campane tubolari