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Placebo Live a Collisioni 2017. Il tour del ventennale.

Il tour 20 years of Placebo ha fatto tappa a Barolo, nella serata di domenica del festival Collisioni. Una serata per celebrare la carriera di una delle band più popolari degli anni novanta.

Paolo Roggero

Risale al 1994 il primo incontro tra Brian Molko e Stefan Olsdal, al 1996 il primo disco con il marchio del loro progetto Placebo ma la loro carriera decolla nel 1997, con l'apertura al concerto per il trentennale del loro mentore David Bowie e con la lavorazione di Without You i'm nothing, il loro secondo fortunatissimo disco, che vedrà la luce l'anno successivo.

In quell'album Molko e Olsdal riescono a mettere a punto il sound del progetto, in cui confluiscono le esperienze e gli ascolti della musica di quegli anni: il pop originale, scarno e oscuro dei Cure, il suono sporco ed espressivo del grunge, i cerebralismi e le sperimentazioni post punk, con un orecchio anche alla musica dei conterranei. Il risultato è la musica dei Placebo, una versione dura, alternativa ed anticommerciale del nuovo pop britannico, incline all'oscuro e alla psichedelia. Le sperimentazioni e le ricerche fatte negli album successivi hanno tutte preso le mosse da questo terreno da cui non si sono allontanati mai troppo (e in effetti alla lunga i brani tendono a cadere un po’ nella monotonia, da questo punto di vista). I cinque album sfornati, a cadenza di due o tre anni con buona regolarità, hanno conservato una certa compattezza e coerenza nelle scelte artistiche, evidenziando un percorso piuttosto circoscritto. I Placebo sono sicuramente uno dei lasciti più popolari della musica britannica degli anni novanta ed ancora oggi contano innumerevoli fan negli adolescenti delle giovani generazioni. Una carriera che celebrano con un tour, per il ventesimo anniversario della loro attività, che ha fatto tappa a Collisioni nella serata di domenica, dopo le due serate del trio Gazzé/Consoli/Silvestri.

Lo spettacolo di Molko e Olsdale, è essenziale ma curato nel minimo dettaglio: l’imponente apparato luci è completato da tre maxischermi che all’occorrenza si uniscono in un unico spazio di proiezione. La scaletta scelta dalla band è ben calibrata e alterna pezzi provenienti da tutti gli album, toccando tutti i cavalli di battaglia della band, i singoli di maggior successo da Special k (con cui gli italiani vennero in contatto nella memorabile ospitata al Sanremo del 2001) a Pure Morning, che ha aperto l’intero set, passando per Loud Like Love, Special Needs, Too Many Friends, Song to Say Goodbye, Nancy Boy (la band non la eseguiva dal vivo da molti anni), The Bitter End, Infra-red, e Running Up that Hill (cover di Kate Bush) la cover che ha chiuso il concerto. Resta fuori, tra i cavalli di battaglia della band, solo Every me and every you. Tanta musica, poche parole, e una band in grandissima forma: sul palco, oltre a Molko e Olsdal, anche due chitarre supplementari, la batteria, un basso e una violinista. Il gruppo suona con partecipazione ed affiatamento, investendo il pubblico con il compatto wall of sound dei pezzi più duri e al contempo carezzandolo nelle ballate più delicate. Un’escursione dinamica che è una delle caratteristiche più peculiari dei Placebo. Particolarmente toccante, e non poteva essere altrimenti, l’esecuzione di Without you i’m nothing, brano che la band realizzò in collaborazione con il Duca Bianco e che si è trasformata un un sentito omaggio della band all’amico scomparso. Una serata che senza dubbio ha soddisfatto tutti gli affezionati ammiratori della band.


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