Divine architetture: il Paradiso e il Santuario.

L'esperienza di Magnificat, che consente la salita alla cupola del Santuario di Vicoforte, la cupola ovale più grande del mondo, è indubbiamente già in sé un'esperienza notevole e forse il più importante progetto culturale del monregalese (vedi qui). Un'idea particolare, avviata già l'anno scorso, è quella di associare la visita con la lettura di alcuni brani danteschi ad opera di un attore che accompagni i visitatori durante la salita o, a questo punto, l'ascesi. E, come cerchiamo di dare risalto a tutte le innovazioni che ultimamente si mettono in campo nella valorizzazione del territorio, non potevamo tacere di questa, indubbiamente affascinante.
Probabilmente il punto di forza maggiore di questa esperienza è la visione della cupola in sé, ma il parallelo che si viene a creare è sicuramente interessante. In fondo, la cupola - il più vasto affresco unico del mondo, ad opera di Felice Biella e di Mattia Bortoloni - è un progressivo avvicinamento al cielo dove risiede Dio Padre, nel tamburo, che costituisce il termine ultimo della salita, così come il Paradiso e la Commedia tutta si chiudono con la Visio Dei di Dante. Ma, similmente, la visione di Dio è preceduta dal lungo canto XXXIII, contenente la lunga invocazione alla Madonna da parte di San Bernardo, l'ultima guida dantesca.
E, indubbiamente, nel Santuario della Vergine di Vico, Maria è celebrata in modo altrettanto centrale, ovviamente sottostante nella cupola alla Trinità ma immediatamente sotto di Essa, e come tramite e guida ad Essa. Insomma, la salita al Santuario come un'allegoria del Transumanare dantesco (e, correttamente, oltre all'ultimo canto, si legge anche il primo, all'avvio dell'esperienza, per spiegare il processo di fulmineo attraversamento dei cieli da parte di Dante). Sarebbe interessante - ma certamente sarebbe anche un gran lavoro - trovare anche i riferimenti nella Commedia per ciascuno degli Apostoli che fanno da corona alla Vergine nell'ascesa; e magari anche per i Profeti, in una corona sottostante di figure, e per gli Angeli, che si inframmezzano ai discepoli nel celebrare la gloria di Maria. E magari le corrispondenze dantesche sembrerebbero ancora più intense.
Di certo sarebbe molto interessante - e forse questo fattibile anche senza una ricerca troppo minuziosa - il parallelo nelle diverse simbologie dei numeri: la teologia del Nove su cui si regge tutta la Commedia - e tutta la produzione dantesca, dalla Vita Nova dedicata a Beatr-IX, in poi - e la teologia dell'Otto su cui si basa invece il Santuario. Altrettanto interessante sarebbe trovare un parallelo - in altri beni - per parlare dell'Inferno e magari anche, esagerando, del Purgatorio: ma in questo, più che il Santuario, potrebbe offrire spunto il ricco patrimonio gotico di Mondovì e dintorni - Santa Croce e San Fiorenzo di Bastia Mondovì sono i primi esempi che mi vengono in mente. Magari in connessione con la riscoperta di una Mondovì Sotterranea, che sembra uno dei possibili punti qualificanti di ripresa turistica della città.