Profughi nel monregalese: stop ai nuovi arrivi “sulla testa” dei Comuni. Si volta pagina, arriva lo SPRAR

Si volta pagina sull’accoglienza profughi. Dal 2018 nel Monregalese entra in vigore il nuovo sistema, quello già adottato altrove: la Rete SPRAR, per porre un freno alle troppe lacune del sistema che oggi fa funzionare i centri di accoglienza. Se ne occuperà una rete di cooperative e associazioni – di cui fanno anche parte due notissime società sportive locali, oltre a Croce rossa, CFP, Caritas e soggetti istituzionali – che hanno vinto il bando indetto dal CSSM e dai Comuni. Il capofila è la società cooperativa sociale La Valdocco. Il contratto dura fino al 2020. La determina che assegna l'affidamento è stata pubblicata ieri (mercoledì 16 agosto) all'albo pretorio del CSSM.
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Al lavoro Croce Rossa, CFP, Monregale Calcio, e Basket Mondovì
Il bando del CSSM – il Consorzio per i servizi sociali del Monregalese – è stato assegnato a un gruppo di associazioni con capofila La Valdocco. Ne fanno parte altre 4 coop associate in una RTI (“Pietra Alta”, che già si occupa di un progetto di accoglienza a Mondovì, “Compagnia di Iniziative sociali”, “Comunità Papa Giovanni XXIII”, il “Consorzio Società Cooperative” e “Alfamon”), con alcuni partner strutturali (Caritas Diocesana e CFP Cebano-Monregalese) e altri funzionali: la Croce Rossa (con l’ambulatorio medico sanitario), il Centro accoglienza vita e due società sportive, a Monregale Calcio e il Basket Club. Un segnale importantissimo, quest’ultimo, perché significa che i richiedenti asilo potranno essere inseriti in percorsi di inserimento nella società anche attraverso l’attività sportiva.
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Il nuovo sistema riguarda 12 Comuni
Con questo accordo, dal 1 gennaio 2018 i nuovi arrivi di richiedenti asilo sono in pratica bloccati e tutto passerà nelle mani del nuovo sistema. La gestione “SPRAR” riguarda un gruppo di 12 Comuni (Mondovì, Farigliano, Frabosa Soprana, Frabosa Sottana, Roccaforte, Villanova, Vicoforte, Lequio Tanaro, Pianfei, Roburent, San Michele M.vì, Niella Tanaro) che, guidati dal CSSM, hanno deciso di voltar pagina in materia di accoglienza dei richiedenti asilo.
Cosa cambia
Oggi i Comuni monregalesi che accolgono profughi lo fanno con il sistema di accoglienza chiamato “CAS” - “Centro di accoglienza straordinaria”. Un sistema che nel corso del tempo si è rivelato pieno di falle e soprattutto fuori dalla portata degli stessi sindaci, che spesso non hanno neppure modo di venire a conoscenza degli arrivi. Inoltre troppo spesso i gestori dei centri di accoglienza (come gli alberghi) non fanno quasi nulla per favorire l’integrazione ed evitare che le situazioni degenerino. Invece con la Rete “SPRAR” si potranno mettere in campo percorsi di inclusione al lavoro, si occupano delle pratiche legali, trovano modo per inserire i rifugiati in un’ottica di vera integrazione. I Comuni aiutano i profughi ad accedere alla sanità pubblica, alla scuola per i bambini o ai corsi (anche di lingua) per gli adulti, spiegano come fare per ottenere il ricongiungimento familiare, l’iscrizione anagrafica, eccetera.