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sabato 08 Febbraio 2025     Accedi

Sette volte sette. La Mostra dell’Artigianato a un passo dal mezzo secolo.

La Mostra dell'artigianato artistico di Mondovì è giunta con questa edizione a un passo dal cinquantesimo compleanno. Una vita lunga per una manifestazione. Quale il suo senso e le prospettive di sviluppo futuro?

Lorenzo Barberis

La Mostra dell'Artigianato monregalese (artigianato artistico, si specifica da un po' di tempo) è giunta all'edizione numero 49, a un passo, cioè un anno, dalla numero 50. Sono però cinquant'anni esatti da quando la mostra è iniziata, nel lontano 1967, come espressione dell'associazione degli Amici di Piazza, di cui è stata l'evento più significativo. Si è infatti saltato un anno, nel 1983, a causa delle nuove norme di sicurezza emerse dopo l'incendio del cinema Statuto a Torino, il 13 febbraio di quello stesso anno. La mostra è stata ed è il volto più visibile di quella nuova attenzione verso Piazza sollecitata in quegli anni dopo lo svuotamento prodotto dalla trasformazione della città, in attesa di una nuova vocazione del borgo storico basata sulla sua natura culturale e artistica: il turismo o, come si pensa di più oggi, anche un uso residenziale di qualità.


(opera di Gioele Perano)
Un salto di modernizzazione significativo è avvenuto con il coinvolgimento dell'associazione La Funicolare, che dal 2013 si occupa dell'organizzazione della mostra (e che prende nome, ovviamente, dalla rinata Funicolare che collega Piazza alla città bassa, ripristinata nel 2007 dopo la chiusura nel 1976). Il ripensamento dell'esposizione ha visto il riposizionamento sulla sola Piazza Maggiore, rendendo così la stazione di monte della funicolare a Piazza il "portale" dell'esposizione. Una scelta che, se da un lato sacrifica la suggestiva Via Vico, in compenso ha compattato la manifestazione nella sola cornice spettacolare della piazza e del Belvedere.

L'accesso via funicolare è segnato anche da un percorso decorativo cambiato ogni anno: gli ombrelli nel 2014, quindi mappamondi e lettere dell'alfabeto. Quest'anno, con una scelta azzeccata (e che si potrebbe pensare forse anche di rendere definitiva) si è scelto il tema delle mongolfiere, connettendo così la mostra a quella che è la grande eccellenza immediatamente visibile di Mondovì anche all'estero, ovvero la sua tradizione mongolfieristica, che è del resto stata omaggiata anche con una conferenza e con una presenza dell'Aeroclub in mostra. Il design delle piccole mongolfiere (vedi foto "di copertina") è stato realizzato da Cinzia Ghigliano, che da tempo realizza varie immagini usate per la promozione e decorazione della mostra. Altro elemento indubbiamente positivo, dato il ruolo importante che Cinzia Ghigliano ha nella scena artistica non certo solo monregalese, ma internazionale (ne abbiamo parlato qui). Stante la bellezza del design delle mongolfiere, forse qualcosa può essere calibrato nell'impatto visuale complessivo dell'installazione (ad esempio, lettere e ombrelli risultavano di maggiore impatto unendo un design essenziale e multicolore), ma la strada è sicuramente giusta.

(opera di Gianmario Vigna)
L'arte in mostra
Un elemento ancor più qualificante di alcune passate edizioni erano state le mostre di illustrazione - di respiro perlomeno nazionale - organizzate dalla stessa Ghigliano e da Marco Tomatis, che già l'anno scorso non si sono riuscite a replicare. In generale, la parte delle mostre è forse lievemente ridotta rispetto al passato, mantenendo però una qualità decisamente alta. Anche qui, appare un positivo focus sulla ceramica, difficile dire se casuale o intenzionale: l'Antico Palazzo di Città, centro della mostra, vede la solita esposizione di Persea, a cui si affianca il figlio, il giovane e già molto bravo Gioele Perano, che ha curato anche dei laboratori artistici di ceramica per bambini (notevole, al proposito, anche la realizzazione di un forno ceramico in piazza ad opera di Roba Che Skotta). Anche la sala al primo piano del palazzo è stata dedicata a un giovane ceramista, anch'egli alla sua prima personale, Gianmario Vigna, con uno stile elegante, essenziale e di sintesi, piccoli bassorilievi ceramici sottilmente stranianti, se non anche in qualcosa garbatamente inquietanti: con forse un’eco delle ossessioni di H.P.Lovecraft, nel tema sottomarino come in quello interplanetario. Il focus sulla Ceramica è indubbiamente un elemento importante, da valorizzare ancor più, in ragione della tradizione ceramistica monregalese (omaggiata anche dal bel museo della Ceramica sulla piazza Maggiore, nato sul fondo Marco Levi), in grado di unificare, anche qui, artigianato e arte. In passate edizioni si era ottenuto il riconoscimento di Mondovì come mostra regionale della ceramica, in seguito non mantenuto, mentre le ultime due edizioni hanno ottenuto comunque il patrocinio dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, elemento indubbiamente prestigioso.

(opera di Marcos Furtado)
Valida indubbiamente anche la mostra presso l’Academia Montis Regalis, che ha ospitato i lavori di Luca Momarelli, Angela Cosenza (entrambi di Firenze) e di Max Solinas (di Venezia, che ha presentato in libro anche i suo libro, L’ordine della Lupa), garantendo un’apertura almeno italiana della parte artistica della manifestazione, elemento che altrimenti sarebbe mancato. Presso l’ArteAtelier di Sergio Bruno (ma non inserito nel percorso ufficiale della mostra), a fianco dei soci dell'associazione e dagli stagisti del liceo artistico cuneese, l'Ego Bianchi (di cui avevo scritto qui), sono presenti le opere pittoriche del brasiliano Marcos Furtado, dai colori vivaci e dalle tematiche surreali, l'unico nome extra-italiano nella parte artistica della mostra (le passate edizioni avevano avuto una presenza di questo tipo: lo scorso anno, molto buona era stata l'installazione di Maazit Hailé, artista etiope che aveva realizzato un grande lavoro ceramico ispirato all'Ultima Cena, di cui si era scritto qui).

La musica in mostra


(Gian Piero Pramaggiore in concerto)
A fianco dell'offerta artistica e artigianale, un elemento innovativo della mostra è stato costituito, negli ultimi anni, dall'offerta musicale serale, che ha portato uno spostamento dell'evento anche sulla fascia serale. Un contesto forse ancor più ideale climaticamente, e in cui certamente il favore del crepuscolo e della notte contribuiscono a rendere Piazza ancor più affascinante, offrendo al visitatore molteplici "photo opportunity" sotto l'aspetto della luce.
Quest’anno le serate si sono aperte con lo spettacolo di danza The Bench dei Good Vibes (dedicato al progetto delle panche giganti di Chris Bangle, per cui è allo studio una panca monregalese che sarebbe un nuovo tassello alla promozione cittadina); il folk rivisitato del romano Wrongonyou, il cantautore monregalese Piotr Peribowski, Damasco e il Progetto Guynea nel programma ufficiale.  A questo si sono affiancate altre presenze musicali, come quella dei Castadiva (organizzata da Gli Spigolatori) e il Laboratorio Musicale curato da un bluesman del calibro di Gian Piero Pramaggiore, un autore che ha suonato con nomi importanti della storia della musica, come il jazzista Don Cherry.

Il laboratorio di Pramaggiore è stato interessante anche come tipo di proposta, tipicamente jazzistica, basato su momenti di improvvisazione assieme a vari musicisti del monregalese: Fabrizio Curti, Oliviero Rocca, Lorenzo Manassero e numerosi altri intervenuti nel corso della performance, tenutasi in Belvedere e in Piazza Maggiore nel corso dei giorni della mostra. L’evento ha costituito un interessante tappeto sonoro nelle location prescelte, accompagnando in modo ottimale l’esposizione.

Conclusioni
In sintesi, dunque, la Mostra dell'Artigianato si conferma un evento in grado di affascinare il visitatore che giunge in città, presentandogli la bellezza di Piazza in una delle sue luci migliori. La strada intrapresa appare quella giusta, e forse vi è solo da rafforzare la sinergia tra le varie aree-chiave della promozione della mostra: le mongolfiere, la ceramica, le presenze internazionali e nazionali, la musica. Questa, in ogni caso, è stata l'ultima mostra ancora organizzata sotto il percorso decennale della passata amministrazione; il cinquantennale sarà invece la prima sotto il mandato della nuova amministrazione Adriano: una vetrina importante, e impegnativa.


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