Cengio: vietato somministrare cibo ai piccioni
“Vietato somministrare cibo ai piccioni” è quanto prevede l’ordinanza firmata nei giorni scorsi dal sindaco Sergio Marenco. «Il numero di piccioni allo stato libero all’interno del territorio comunale ha assunto proporzioni tali da costituire un serio rischio di natura igienico-sanitaria per il possibile pericolo di trasmissione all’uomo di malattie infettive e parassitarie; per il potenziale danno a carico di edifici pubblici e privati; per il degrado del patrimonio pubblico, nonché per problemi di decoro urbano in relazione ad insudiciamenti di balconi, marciapiedi e aree pubbliche e private all’interno dell’abitato – spiega il primo cittadino –. L’ordinanza vieta a chiunque di fornire alimenti ai piccioni nel centro abitato e, comunque, ad una distanza inferiore a 250 metri in linea d’aria da case di cura e di riposo, ambulatori medici, asili nido, scuole di ogni ordine e grado, giardini pubblici, aree sportive, centri ricreativi, luoghi di culto ed edifici di civile abitazione». Inoltre si legge nell’ordinanza: «E’ fatto obbligo ai proprietari o titolari di diritti reali sugli immobili (quelli citati dall’Amministrazione comunale) di rimuovere gli escrementi su terrazzi, lastricati, e cortili; rimuovere e mantenere tali aree libere da granaglie o altri sostanze di scarto o residui alimentari che comunque possano costituire un nutrimento per i piccioni». La violazione dell’ordinanza comporta l’applicazione della sanzione amministrativa che va da 50 a 150 euro. Una decisione che ha immediatamente suscitato le reazioni delle Associazioni ambientaliste. «E’ un vero peccato che il sindaco di Cengio, prima di emettere la recente ordinanza di divieto di alimentazione dei colombi, non abbia chiesto il parere dei volontari della Protezione Animali savonese – commentano dall’Enpa –. Avrebbero così potuto informarlo che proibire di dare da mangiare non risolve ma espande il problema e gli avrebbero suggerito di disciplinare questa attività, che se condotta in zone ben circoscritte ed attrezzate (lontano da abitazioni, con posatoi e colombaie, etc.), favorisce la concentrazione degli animali in aree non critiche, situazione ottimale per future campagne di sterilizzazione con granaglie trattate con nicarbazina, quando i prezzi del prodotto diverranno congrui; e, paradossalmente, contribuirebbe alla diminuzione delle nascite: infatti è scientificamente provato che colombi adulti forti, adeguatamente nutriti, impediscono la nidificazione degli altri; invece soggetti malnutriti e deboli si disperdono, nidificano e lasciano nidificare anche gli altri. I volontari avrebbero potuto fornire al primo cittadino l’interessante progetto in corso a Carcare, in collaborazione con l’illuminata Amministrazione comunale, di progressivo trasferimento delle colonie cittadine verso la periferia lontano dalle abitazioni». «Come tutte le criticità cittadine, anche questa si dovrebbe affrontare con la buona volontà, il dialogo e la collaborazione tra le parti interessate e non con ricorrenti, e pertanto inconcludenti, ordinanze. Ma, soprattutto, senza scrivere affermazioni non corrette, come “il pericolo di trasmissione all’uomo di malattie infettive e parassitarie”: decine di analisi epidemiologiche condotte dalle autorità sanitarie e comunali in tutta Italia, compresa la Provincia di Savona, hanno dimostrato l’infondatezza di ogni rischio sanitario che invece, a forza di ripeterlo, sta diventando l’ennesima fake metropolitana», concludono dall’Enpa.