Un fumetto in biblioteca: l’arte di Lorenzo Mattotti
Lorenzo Mattotti con Jerry Kramsky hanno vinto il premio per il miglior graphic novel - un termine che amo poco, preferendovi semplicemente "romanzo a fumetti" - al Gran Guinigi, il premio collegato a Lucca Comics, la più grande manifestazione fumettistica italiana (e una delle più grandi al mondo). La vittoria è giunta con "Ghirlanda", una storia complessa e intensa (vedi qui). In un bizzarro mondo fiabesco, il protagonista - un Ghir, essere fantastico - deve compiere un lungo viaggio dal sapore iniziatico incontrando varie creature altrettanto surreali in una serie di confronti che hanno un sapore vagamente iniziatico. Il tutto mediato tramite l'eleganza di un segno in bianco e nero giocato su una linea chiara sottilissima e precisa, in tavole che sono una vera festa per gli occhi per l'appassionato di fumetto.
L'occasione può essere ottima per scoprire - o ri-scoprire - questo autore, di cui la biblioteca di Mondovì possiede una ottima selezione di opere: "Stigmate" (1999), su un uomo che si trova segnato dal miracoloso segno senza desiderarlo; il magistrale "Jekyll e Hyde" (2002) con una delle più potenti riletture del mito creato da Stevenson mai realizzate; "Il rumore della brina" (2003), una disperata e sofferta storia d'amore (vedi qui); "Lettere da un mondo lontano" (2007), quattro intensi e misteriosi racconti, e appunto quest'ultimo "Ghirlanda", di quest'anno, che costituisce un'opera di particolare forza anche in un percorso "alto" come quello di Mattotti stesso.
Un buon punto di partenza per la scoperta di Mattotti, classe 1954, e fondatore di una delle principali avanguardie del fumetto italiano, il gruppo "Valvoline" fondato assieme a Igort, Brolli, Carpinteri nel 1983, a Bologna, e legato inizialmente alle pagine di "Alter Alter", il supplemento di Linus, storica rivista del fumetto autoriale italiano fondata nel 1965, una generazione prima, da Oreste Del Buono (con interventi di Vittorini ed Eco). Ma al di là di questi minimi accenni di contesto storico fumettistico, il consiglio è davvero di immergersi nella bellezza del disegno dell'autore, che su testi solitamente scarni ed essenziali sa intessere affascinanti seduzioni, sia in bianco e nero, sia col colore.