Citazioni, sentimento e tanta follia: Deadpool 2
TRAMA
Dopo una missione per sgominare un’ associazione di spacciatori, Wade Wilson “Deadpool” torna a casa per festeggiare l’anniversario con Vanessa, la donna con cui è deciso a mettere su famiglia. Ma l’idillio si spezza quando un malvivente irrompe in casa di Wade e uccide accidentalmente Vanessa. Wade si vendica immediatamente, ma a distanza di sei settimane decide di suicidarsi facendosi esplodere insieme a molti barili di benzina. Ma il suo fattore rigenerante gli consente di sopravvivere, e durante la deflagrazione in una visione gli appare Vanessa che gli dice di mettere il cuore al posto giusto. Confuso, Deadpool decide di accettare l’invito di Colosso ad arruolarsi agli X-men. Nella prima missione sventa l’attacco del giovane mutante Firefist alla struttura che gli dava alloggio, un orfanotrofio gestito da un direttore che abusava di lui con esperimenti e torture. Dal futuro intanto appare il misterioso e minaccioso Cable, deciso ad eliminare Firefist prima che possa compiere un’atroce crimine.
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Impossibile guardando Deadpool non essere trascinati dal fiume in piena di battute e citazioni sparse un po’ ovunque, presenti sia nel continuo chiacchierare del protagonista, che nei numerosi omaggi visivi e musicali. Prese un po’ dappertutto nella cultura pop e utilizzate senza nessuna apparente logica, portate fino al paradosso della citazione inventata. Questa è solo una delle svariate componenti di follia che il logorroico, autodistruttivo e folle personaggio creato dalla coppia Fabian Nicieza – Rob Liefeld nel 1991. Da fumetto è passato poi sul grande schermo nel 2016, come alternativa dai toni decisamente underground ai cinecomics più convenzionali. Instancabile parlatore e violento, sentimentale e imprevedibile. Sono questi i tratti che contraddistinguono il personaggio, capace di bucare lo schermo come pochi, fino a rompere la cosiddetta quarta parete che separa la rappresentazione da chi la osserva, consentendogli di ammiccare col pubblico e trascinarlo nel suo uragano citazionistico. Posto nell’universo mutante degli x- men, in realtà col supergruppo con a capo il professor Xavier ha ben poco da spartire; ne diviene anzi un disturbatore divertendosi a schernirlo. Il suo singhiozzante apporto è tenuto in piedi dall’amicizia con Colosso e Ellie Phimister, due personaggi dimenticati dalle pellicole ufficiali della saga, ma che gli affezionati si ricorderanno nei fumetti e nelle serie animate degli anni ‘90. Il trend dei cinecomics vede ultimamente gli interpreti intenti ad aggregarsi per formare dei gruppi, con Deadpool andiamo invece in controtendenza, seguendo la teorica dell’eroe solitario ed individualista, che lavora meglio a modo suo. A seguito del drammatico lutto accadutogli Wade decide di porre fine alla sua vita nel modo più spettacolare possibile, sfidando la sua mutazione che lo rende praticamente immortale. La deflagrazione ci regala una sequenza in slow motion che molto ricorda la scena iniziale del primo film. Ma Deadpool risorge come risorge il ramarro, prendendo in prestito una canzone di Lucio Dalla, e dato che di citazioni si parla, incocciamo in un altro grande “immortale”: James Bond. Stilisticamente omaggiato nei titoli di testa, che in maniera raffinata scimmiottano quelli del celebre agente con licenza di uccidere, per poi divergere verso un altro cult cinematografico come Flashdance. Parodia e demenzialità, ma dietro ad un aspetto così folle si nasconde un’anima romantica, il suo ragionare controcorrente lo spinge a vedere il buono dove nessun’altro ci riesce, e se l’autodistruzione vale per se non riguarda certamente gli altri. Il suo sogno di famiglia tragicamente infranto, accresce la sua sete di vendetta, ma al contempo permette la rinascita in lui quel desiderio paterno drasticamente spezzato, che con Firesfist ha un suo naturale prosieguo, in cui Wade può intravedere un sostituto al figlio che non è potuto arrivare.
Il film tocca l’annosa questione che tormenta i filosofi, e che ha ispirato romanzieri di fantascienza e appassionati di paradossi. Ovvero l’eventualità, a conoscenza di un crimine compiuto, di intervenire nel passato per neutralizzare il criminale ancora innocente prima cha abbia compiuto il delitto. La mente del cinefilo va subito ai Precog di “Minority Report” ma infinite diversità di tesi si sono espresse nella cultura e nell’intrattenimento. In Deadpool la ragione etica prende una deriva decisamente chiara, scegliendo di salvare l’ancora innocente, lasciando al libero arbitrio dell’interessato il compito di cambiare il suo futuro. Ma questa parentesi filosofica è solo un inframezzo nella selva di citazioni, che omaggiando o ironizzando non potevano lesinare degli sfottò alla rivale DC comics, in particolare prendendo in giro la Martha di Batman vs Superman, e giocando sempre con l’uomo pipistrello e la sua Justice League, creando un suo supergruppo decisamente sgangherato, dove al “Qual è il tuo superpotere? Il denaro.” Qui si risponde la “Fortuna”, la particolare mutazione che Domino, spalla randagia di Wade acchiappata al volo, dimostra pienamente di avere, piegando con efficacia la buona sorte al suo volere.