L’ingrediente segreto per un furto perfetto: Ocean’s 8
TRAMA
Debbie Ocean: sorella del truffatore Danny, decide di organizzare un grosso colpo: il furto della collana “Jeanne Touissant” di Cartier, considerata la più preziosa al mondo. Per attuarlo deve allestire un team di esperte ladre in vari campi. Il gioiello è custodito nel caveau di Cartier, e per farcelo uscire serve un evento di risonanza mondiale come il Met Galà di New York, e il collo più affascinante del momento, quello di Daphne Kluger. Al Galà sarà presente il curatore d’arte Richard Armitage, vecchia e non più stimata conoscenza di Debbie.
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I film sulle rapine hanno sempre magnetizzato l’attenzione dello spettatore, mantenendo intatto anche oggi il suo fascino, nonostante il mutare della società e l’evolversi delle mode, naturale fonte d’ispirazione per il genere. Questo quarto capitolo della saga degli Ocean segue la fortunata formula dei primi tre, lanciati nel 2001 dal binomio Soderberg/Clooney sul personaggio di Danny Ocean nato nel film Colpo grosso uscito nel1960; unica sostanziale differenza è la composizione di un team completamente al femminile. Non si tratta di una primizia assoluta, anzi il territorio è stato ampiamente esplorato in passato, senza però appesantirlo eccessivamente con ambiziose tematiche femministe, cosa che è avvenuta ora in fase di promozione di questa pellicola. Il film in verità si libera velocemente di questo carico, vestendo i panni che meglio le si addicono, quelli di una pellicola d’intrattenimento raffinato; discostandosi da quell’etichetta molto in voga di un re-style rosa di importanti cult cinematografici, su tutti la poco riuscita parodia remake di Ghostbusters. Di ben altra stoffa questo lavoro, che si avvale di un cast interpreti che mischia affermate ed esperte stelle con giovani ed e spregiudicate attrici emergenti. Gli ingredienti sono quelli di una formula collaudata: presentazione dei personaggi, flashback, architettura del piano e conseguenti immancabili imprevisti, reperimento dell’attrezzatura, più hi-tech che in passato senza disdegnare però quel tocco di artigianato vecchio stampo, e ovviamente quel vago sentore di doppio gioco che stuzzica le dinamiche della vicenda.
La vendetta è un piatto che va servito freddo, questo dev’essere frullato nei pensieri di Debbie durante la sua attesa forzata in carcere di cinque anni. E’ indubbiamente questo il fuoco che alimenta il piano, e che spinge la protagonista ad andare oltre i propri limiti di destrezza, personalità e sangue freddo, una sfida contro se stessa e contro il suo passato, un atto dovuto verso la famiglia e il proprio onore. E poi c’è la collana, a richiamare quel fascino retrò del furto dell’oggetto prezioso: in passato argomento focale del genere, accantonato poi per la più contemporanea truffa finanziaria, e ora ripescato grazie anche a quel tocco glamour decisamente femminile. Un team di donne molto differenti tra loro: dalla delinquente di alto profilo alla ragazzina che tira avanti a scippi, dal genio dell’informatica alla mamma esperta di contraffazione, tutte accomunate dal desiderio di accalappiarsi il gioiello più prezioso al mondo. Tenaci e disposte a tutto per esso, non guardano in faccia a nessuno, confermando così in qualche modo il pensiero di Marylin Monroe, che affermava che erano i gioielli ad essere i migliori amici delle donne.