Encode dopo 15 anni riparte dal Filatoio
Cosa rende l’arte tale e con quali codifiche riusciamo, in musica, a definire un’opera d’arte? Ragionamento che parrebbe contorto, ma che in realtà è alla base di qualunque discorso quando si racconta, senza presunzioni precostituite, ma con un’idea di fondo molto netta e definita, la capacità espressiva dell’uomo, in qualunque suo testo e/o contesto. L’arte è ciò con cui un uomo racconta sé stesso e il mondo che gli sta attorno cercando di lasciare allo spettatore, più o meno inerme, un messaggio. Una mostra, una rassegna o un festival che seguono questo tentativo hanno il pregio, oltrechè l’ardito coraggio, di portare lo spettatore e lasciare, non solo un’occasione per intrattenersi, ma anche un’opportunità per vivere un’esperienza più ampia, in un certo qual modo piena.
">
Da anni il piccolo festival di Encode è un appuntamento che, oltre a scandire il passaggio alla stagione autunnale, porta gli appassionati di musica in provincia nelle serate “indoor”. Quest’anno il festival cambia ambiente e dimensione e, proprio con l’obiettivo di raccontare il mondo della musica elettronica, trova delle ambientazioni assai suggestive. Dopo 15 anni a Borgo San Dalmazzo nella location “storica” delle Officine Bertello e una preview al Beertola di Cuneo (lo scorso venerdì 26 settembre) con AMargine performing Music for Makhno, era giunto il momento di chiudere un ciclo, con il dubbio di poterne riaprire uno nuovo oppure trovare nuovi stimoli e cambiare, creando una nuova formula.
Si è scelta la seconda strada, quella che conduce per altro ad una location nuova, ma di indubbio fascino, specie per quello che rappresenta l’esposizione artistica, come il Filatoio di Caraglio: «Sarà l’occasione per realizzare un evento culturale completo», hanno dichiarato i ragazzi dell’Associazione Origami. Ecco perchè, per questa edizione 2018, la scelta di una preview, mentre per la proposta musicale principale un’unica giornata, sabato 6 ottobre, in cui concentrare due momenti musicali diversi a coprire un arco temporale più lungo. Si comincerà nel tardo pomeriggio (ore 18,30, ingresso gratuito, ma con prenotazione obbligatoria) con la performance Waterbowls della artista e musicista giapponese Tomoko Sauvage, che dalla metà del 2000 indaga sulla scultoreità del suono e sull’improvvisazione in relazione all’ambiente: conosciuta per la sua ricerca musicale e visiva sul “sintetizzatore naturale”, il progetto metterà in scena una performance in cui il suono scaturirà da onde, gocce e bolle. Dalle 21 invece si tornerà alla tradizione dei live con cui si guarda e racconta la scena musicale più o meno locale e si guarda a nuove esperienze. Costantemente in giro tra alcuni dei maggiori festival europei headliner sarà il tedesco Christian Löffler, artista di elettronica di stampo classico, ma con una potenza espressiva molto personale: «Tutta la mia musica – spiega Löffler – è connessa a uno spirito scuro condito da una calda sincerità. Cerco di unire un ampio spettro di colori acustici per ottenere questo feeling». Tweeedo invece è il nome del progetto di Edoardo Vogrig, Andrea Pisano e Nicholas Remondino. Un triangolo di energie che spingono verso un suono caldo, ibrido e contaminato, fatto di influenze jazz, techno e IDM. A chiudere invece la serata con il djset, solo vinile, del giovanissimo ROBBENSPIERRE.