Anche il vescovo di Mondovì sta dalla parte dell’Alberghiero. «C’è un silenzio irreale che spesso avvolge Piazza»
«Forse ci vorrebbe più coraggio», perché la "battaglia" per la sede dell'Alberghiero «ha una valenza ben superiore alla soluzione di una infausta emergenza»: sta diventando una battaglia per la difesa del rione di Piazza. È uno dei passaggi, forse il più significativo, della presa di posizione arrivata questa mattina (sabato 13 ottobre) dal vescovo della città, mons. Egidio Miragoli, sulla vicenda della scuola senza-una-sede.
Un intervento inedito, quello del vescovo, netto e "dentro le cose". Le sue parole sono state lette dalla dirigente scolastica durante la manifestazione di solidarietà che i colleghi, presidi di tutta la provincia di Cuneo, hanno messo in atto a pochi metri dalle macerie del crollo e delle aule da abbattere. Non solo: mons. Miragoli, nel passaggio finale, lascia intendere perfettamente il suo pensiero a riguardo della soluzione della nuova scuola da costruirsi all'Altipiano, la soluzione prospettata dalla provincia: «Oggi mi chiedo cosa che significherebbe per gli studenti dell'Alberghiero se dovessero lasciare Piazza per finire magari in un più economico edificio all'Altipiano. Con questo voglio solo semplicemente dire che la battaglia che state combattendo ha una valenza ben superiore alla soluzione di una infausta emergenza. Forse ci vorrebbe più coraggio da parte di tutti per saper trasformare questa necessità in una opportunità. Anche l'ipotesi Cittadella sarebbe davvero per l'Alberghiero un progetto coraggioso che aprirebbe la strada ad ulteriori valorizzazioni del patrimonio della città alta».
LA SOLIDARIETÀ DEI PRESIDI
«Vicinanza e solidarietà all'istituto d'istruzione superiore Giolitti-Bellisario-Paire di Mondovì». Questo è il senso della manifestazione e della lettera, con una cinquantina di firme, consegnata alla professoressa Garello. A Mondovì sono arrivati quasi 30 dirigenti, dalle scuole Superiori della Granda ma anche dai due Istituti comprensivi di Mondovì, la professoressa Cerato e la professoressa Peyrone. «Non siamo qua per protestare contro qualcuno - ha ribadito la prof.ssa Mariella Rulfi, dirigente del Liceo “De Amicis” di Cuneo – né per attaccare questo o quell'altro Ente. Siamo qua per ribadire la nostra vicinanza a una scuola e a una collega. In questa situazione poteva esserci chiunque di noi». Alessandro Parola, preside del "Pallico" di Cuneo: «L'impressione è che, passatauna volta l'emergenza, questa sia stata considerata solo come una tragedia sfiorata e non come un problema da risolvere». La Garello ha ringraziato i colleghi per la vicinanza: «Credo che tutti siano concordi su un punto: la sicurezza nelle scuole deve essere la priorità assoluta. Noi non chiediamo altro che una sede unitaria. La soluzione che si va prospettando, con le classi che in futuro andranno a occupare il "Baruffi" ma coi laboratori nella vecchia sede, ci costringe a mettere i ragazzi in strada per trasferirci dalle aule di lezione alle cucine. Non è ottimale».
IL MESSAGGIO DEL VESCOVO
«I diversi impegni in questo inizio d'anno pastorale non hanno distolto la mia attenzione dall'Alberghiero e dal dibattito in corso. Vi sono vicino ben consapevole che la questione tocca direttamente centinaia di studenti e quindi di famiglie, oggi e ancor più in futuro e decine di docenti che con passione ieri e oggi hanno costruito la reputazione dell'Istituto facendone un’eccellenza e un vanto del nostro territorio. È in gioco il futuro della città alta, il quartiere Piazza: è sotto gli occhi di tutti l'abbandono che progressivamente ha interessato questo gioiello della nostra città e del nostro territorio. Non conosco la storia e le motivazioni, ma immagino che le motivazioni economiche abbiamo inciso. La conseguenza è il silenzio irreale che spesso avvolge Piazza e il progressivo degrado di palazzi e spazi pubblici. Anche senza essere esperti in materia non è difficile congetturare che tra non molto si sarà comunque costretti comunque a mettere tutto in sicurezza, con spese forse superiori a quelle che oggi sarebbero richieste per valorizzare spazi antiche e nobili ridando loro significato e funzionalità. Ricordo l'impressione che mi fece una delle mie prime visite quando mi ritrovai tra i corridori, le lapidi e i busti del Liceo "Vasco-Beccaria-Govone": emanavano il fascino, discreto ed insieme autorevole della storia. Oggi mi chiedo cosa che significherebbe per gli studenti di quel Liceo abbandonare i loro ambienti, ricchi di suggestioni secolari, affacciati sulla vallata, per ritrovarsi magari nelle aule impersonali di una nuova costruzione. Fatte le debite differenze lo stesso credo varrebbe per gli studenti dell'Alberghiero se dovessero lasciare Piazza per finire magari in un più economico edificio all'Altipiano. Con questo voglio solo semplicemente dire che la battaglia che state combattendo ha una valenza ben superiore alla soluzione di una infausta emergenza. Forse ci vorrebbe più coraggio da parte di tutti per saper trasformare questa necessità in una opportunità. Anche l'ipotesi Cittadella sarebbe davvero per l'Alberghiero un progetto coraggioso che aprirebbe la strada ad ulteriori valorizzazioni del patrimonio della città alta. Via auguro di poter ottenere i risultati auspicati per il bene non soltanto della scuola, ma della nostra comunità tutta».