Interno/Esterno. Le migrazioni tra età classica e moderna.
La “Dante Alighieri” ha concluso, con l’intervento del prof. Paolo Lamberti, un ciclo di conferenze intitolato “Interno / esterno” e dedicato al tema delle migrazioni. Si è proceduto, di fatto, “a rebours”: il primo intervento, quello del prof. Mammola, è dedicato al tema degli alieni, quindi di possibili migrazioni future, mentre il preside Franco Russo si è concentrato sulle migrazioni al presente, e Lamberti su quelle del passato.
L'intervento del prof. Mammola, pur trattando del sogno/incubo di una futura "migrazione aliena", parlava anche - quasi in una chiusura circolare - del passato, ricostruendo come questa eventualità era vista nel periodo Early Modern ('300-'600, nel caso della sua trattazione). Nella sua analisi emergeva, oltre al resto, il tema della "cattiva coscienza" dell'Occidente: colonizzatore e imperialista specialmente nella fase dalla conquista delle Americhe (1492) in poi, vedrà per questo gli Alieni come minacciosi invasori dotati di una tecnologia superiore.
L’intervento del prof. Russo partiva invece fin dal titolo da una triplice citazione di Oriana Fallaci (1929-2006), che univa le tre opere dedicate al mondo islamico: “Insciallah” (1990), La rabbia e l’orgoglio (2001) e La forza della ragione (2004) – a cui si può aggiungere anche la sua conclusiva autointervista, dal titolo “L’apocalisse” (2005). Di conseguenza, Russo riprende e sintetizza le note posizioni dell’autrice sul tema dello “scontro di civiltà” (teoria formulata nel 1991 da Samuel Huntington nel libro omonimo, aggiungo) e sulla progressiva nascita di “Eurabia” (termine che la Fallaci riprende da Bat Ye’or, in riferimento alle politiche di appeasement europeo verso le potenze petrolifere arabe dopo la crisi del 1973). Russo legge in questa chiave anche i principali snodi geostorici dal 2008 in poi, che l’autrice, ormai scomparsa, non poteva più commentare: la presidenza Obama (2008-2016) la quale, nonostante il Nobel per la Pace subito assegnato, consente la destabilizzazione del Nordafrica con le primavere arabe del 2011, fino all’accentuarsi della crisi con l’insorgere dell’ISIS (2015), oggi in declino almeno nella narrazione occidentale. Da buon “vecchio massone”, Russo difende l’importanza di difendere i valori dell’illuminismo volterriano contro il rischio dell’insorgere dei nuovi oscurantismi.
L’intervento del prof. Lamberti, invece, va a indagare come il tema delle migrazioni sia stato centrale anche nell’antichità romana, con numerosi possibili paralleli col presente. La politica demografica era indispensabile a Roma, che aveva bisogno di una forte crescita di popolazione per armare sempre più legioni per espandersi e difendere i confini (emblematiche le guerre puniche, vinte da Roma – dopo molte sconfitte – anche per la sua capacità di ricreare le armate distrutte). Con la crescente autonomia della donna (che, a Roma, ha lo stato giuridico più avanzato dell’antichità, in quanto può gestire la propria dote autonomamente, dopo la morte del padre) diminuisce il numero di figli per coppia, mentre i barbari hanno imparato la lezione dei romani e incrementano il numero delle loro orde per aumentare il proprio peso politico, come alleati o come avversari della Città Eterna, fino a dilagare e portare al declino definitivo dell’antico impero.
Naturalmente, questa sintesi non rende ragione dell’ampiezza degli interventi, e tanto meno delle molteplici posizioni al riguardo. Va riconosciuto il merito, comunque, di aver affrontato un tema che è indubbiamente centrale per la comprensione del presente.