Raddoppiano le presenze al canile di San Michele M.vì. Si va verso una gestione consortile?
L’ultimo arrivo sono stati i 50 cani sequestrati a Dogliani. E così, la “popolazione” all’interno del canile di San Michele M.vì è praticamente raddoppiata, passando da 60 cani a circa 110, rendendo la situazione difficile per gli animali ma anche per i gestori. I Comuni che hanno in affidamento i propri cani hanno già fatto il primo passo: una riunione a cui erano presenti anche il dottor Enrico Moriconi, garante per i diritti degli animali in Regione, l’assessore del Comune di Mondovì Erika Chiecchio, e l’Associazione GEA, le cui volontarie si impegnano per garantire il necessario agli animali ospitati, cercando soprattutto di darli in adozione. «Stiamo valutando di creare un Consorzio di tutti i Comuni, per gestire il canile in forma pubblica – spiega il sindaco di San Michele M.vì, Domenico Michelotti –: le opzioni sono molte, tra cui acquistare eventualmente il canile e allargarlo, magari dandolo in gestione a una Cooperativa o Associazione che si occupi di tutelare i diritti degli animali. Certo, la soluzione alla base sarebbe che la gente avesse più buon cuore ed evitasse di abbandonare gli animali: risparmieremmo tutti, Comuni compresi. Sono molto felice che si stia cercando una soluzione insieme, grazie anche alla collaborazione del Comune di Mondovì».
Chiecchio: «Cerchiamo una nuova soluzione per gestire insieme gli animali»
Anche il Comune di Mondovì è in cerca di una nuova modalità di gestione degli animali abbandonati, dopo che a giugno è scaduta la convenzione con il canile di Guarene. «Vogliamo gestire le cose con una modalità diversa, in modo che anche l’adozione sia più semplice – spiega Erika Chiecchio –. Ogni cane ha un costo per il Comune, servono gestioni che sostengano l’adozione con una sensibilizzazione diversa. Siamo in cerca di un luogo dove destinare in futuro i cani: la ricerca è proprio agli inizi, ma già il fatto di essersi trovati a parlarne insieme è un buon sintomo. Non sarà un problema di soluzione immediata, perché bisogna anche valutare come costituirsi per un’eventuale gestione consortile. Per il sito, ad ora le opzioni sono due: utilizzare il canile di San Michele, che andrebbe sicuramente ampliato, o la struttura costruita a Villanova dall’ex Comunità montana ormai dodici anni fa e mai utilizzata, che andrebbe completamente rifatta e adeguata. Faremo delle valutazioni serie dei siti e della ricaduta economica, con l’obiettivo comunque di far vivere meglio i cani»
«Ora bisogna pensare alle adozioni»
Dei cani di San Michele M.vì si occupano anche le volontarie dell’Associazione GEA, che dopo essere state escluse dal canile, da una settimana sono tornate a svolgere il loro servizio, grazie a un incarico affidato dall’Unione montana del Monte Regale. In questo momento si stanno occupando di censire i cani arrivati attraverso il sequestro, per renderli adottabili il prima possibile. Due hanno già trovato casa. «Ma tanti sono ancora spaventati – spiega Estelo Anghilante –. Anche noi auspichiamo una gestione consortile del canile, in modo da diminuire il carico economico per i Comuni e aumentare l’adottabilità degli animali».
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