Mons. Egidio Miragoli ha presieduto la Messa internazionale a Lourdes
Messa internazionale a Lourdes, domenica mattina, presieduta dal vescovo di Mondovì Mons. Egidio Miragoli, che guida il pellegrinaggio diocesano di monregalesi, aggregato al pellegrinaggio dell’Oftal dell’arcidiocesi di Milano. Una celebrazione molto coinvolgente, alla presenza di oltre ventimila fedeli di ogni provenienza, tutti a Lourdes per pregare Maria, per immergersi nella grazia della riconciliazione, per assaporare la consolazione che viene dall’Alto e per sperimentare la fraternità oltre ogni confine nel segno dello Spirito che accomuna i credenti.
“Vorrei cogliere dalla prima lettura e dal Vangelo almeno un pensiero, chiedendo alla Spirito di lasciar radicare in noi quella Parola che più è necessaria al nostro cammino di fede – ha detto nell’omelia mons. Egidio Miragoli –. Nella prima lettura mi lascio attrarre dalla preghiera di Mosè. Mosè è la guida del popolo d'Israele; è certamente questo il tratto emergente della sua personalità. Eppure vi è anche un altro aspetto non meno importante, anzi determinante per la vita del popolo: Mosè è intercessore presso Dio, per il suo popolo. Egli supplica, prega, alza le mani, invoca: e Dio lo ascolta, e Dio si lascia commuovere, e Dio addirittura si pente. Anche così Mosè mostra la sua sollecitudine, il suo legame, il suo senso di responsabilità per i suoi fratelli. Sì, pure oggi, fra i tanti modi che le guide, i pastori del popolo di Dio hanno per curarsi del gregge, c’è anche quello di intercedere. Addirittura si potrebbe dire che i preti e i vescovi ricevono la grazia e la missione dell’intercessione. Anche in questa prospettiva mi piace vedere il pellegrinaggio a Lourdes di tanti vescovi e sacerdoti insieme ai loro fedeli: momento di intercessione per i fratelli, per le comunità. Un compito, una carità, una responsabilità che tutti insieme vogliamo condividere anche in questa celebrazione facendoci carico di tutte le intenzioni che ci sono state affidate, tutte le necessità delle nostre Chiese diocesane”.
“La pagina del vangelo di Luca, ovvero la bella notizia che Dio va a cercare individualmente chi si perde – ha proseguito il vescovo di Mondovì –. Ogni particolare meriterebbe di essere valorizzato; propongo solo una sottolineatura. Nel nostro modo di valutare, la riuscita di un evento, di una manifestazione è quasi sempre commisurata al numero di persone che vi hanno aderito. Più persone ci sono, meglio è andato l'evento. Da questo criterio di giudizio si distanzia decisamente il Vangelo, la buona notizia che è Gesù Cristo. Perché a quanto pare il Dio che Gesù Cristo ci mostra sa contare solo fino ad uno. Una pecora, una moneta, un figlio. Sa contare solo fino ad uno perché a Lui non interessano tutti nella loro indifferenza, ma a Lui interessi Tu nella tua singolarità ed unicità. Lui è disposto a perdere di vista i tutti per prendere seriamente in conto quell'uno che sei tu e che magari non stai più nemmeno camminando secondo il suo desiderio di vita buona e bella per te, perché sei nel peccato, perché hai fallito il bersaglio nella tua vita o perché stai vivendo come servo dimenticandoti che per Lui sei figlio amato. Ed è già in questo atteggiamento che si mostra lo scandalo della Misericordia del Padre, perché Lui non tratta tutti allo stesso modo, ma tratta tutti da figli e chi è genitore deve imparare in fretta che i figli non hanno tutti bisogno della stessa cosa nello stesso momento, ma ciascuno ha bisogno di una attenzione particolare, unica e personale, perché se perdi di vista la necessaria differenza diventi indifferente. Dio si occupa della relazione con te, con Paolo, con Mosè; Dio ama singolarmente perché ne traggano beneficio anche i tutti in cui troppo facilmente si è catalogati. Davvero una bella notizia: una notizia di cui gioire, che ci incoraggia, di cui rendere grazie”.
Al termine della messa ci si è recati in processione, con le reliquie di santa Bernardetta, alla Grotta.
Vuoi essere sempre aggiornato sulle novità?Iscriviti gratis alla nostra newsletter