“Ripartislot”: la Regione vuole riaprire al gioco d’azzardo
“Ripartislot”: la Regione vuole riaprire al gioco d’azzardo. Un emendamento presentato nella notte potrebbe far saltare l’impianto della Legge regionale sul gioco d’azzardo, riportando in sale gioco e tabaccherie slot e videopoker. Una normativa approvata dall’allora Giunta Chiamparino, attiva ormai da quattro anni, che fissa paletti ben precisi, vietando l’utilizzo delle slot machines in locali pubblici che non rispettano un distanziamento di 300 metri dai luoghi sensibili (scuole, chiese, ospedali) nei Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti e di 500 metri per i Comuni più grandi. Ora tutto potrebbe radicalmente cambiare. Gli esercizi pubblici che ospitavano le “macchinette” alla data del 19 maggio 2016, infatti, potranno non essere soggetti al distanziometro: è quanto prevede l’emendamento presentato al Disegno di legge sulla semplificazione - all’ordine del giorno del Consiglio regionale del Piemonte - che elimina la retroattività anche “in caso di mutamento di titolarità, a seguito di cessione o affitto d’azienda o di ramo d’azienda, dei locali in cui sono installati gli apparecchi per il gioco”. L’obiettivo è di “salvaguardare l’occupazione e le imprese già operanti sul territorio”, si legge nella relazione che accompagna l’emendamento, a firma del vicepresidente della Giunta regionale Fabio Carosso (Lega), dell’assessore al Commercio Vittoria Poggio, dell’assessore alla Sicurezza, Fabrizio Ricca, e dell’assessore alle Attività produttive, Antonio Tronzano.
L'assessore Tronzano : «Vogliamo salvare posti di lavoro»
«Vedo che le strumentalizzazioni delle opposizioni sono tante. Mi spiace. Ricordo che durante la stesura della legge nel 2015-16 le associazioni di categoria non sono mai state audite: l'hanno saputo a legge in vigore. Ricordo che con l’eliminazione del gioco legale è aumentata l’illegalità, come si vede dai crescenti interventi delle Forze dell'ordine. Ricordo che chi ha aperto dopo il 2016 si adegua alla legge attualmente in vigore anche se cambieremo l'articolo che agisce sulla retroattività. Oggi, il problema dei piemontesi è il lavoro e noi vogliamo salvare i posti di lavoro».
“Ripartislot”: la Regione vuole riaprire al gioco d’azzardo. Le reazioni
Il blitz di Lega e Forza Italia, inevitabilmente, ha suscitato forti reazioni. Non solo tra le fila della minoranza, ma anche tra gli alleati, come nel caso di Fratelli d’Italia: il partito della Meloni, infatti, non ha sottoscritto l’emendamento all’Omnibus che modifica la legge regionale sul gioco d’azzardo e probabilmente non lo voterà neanche in aula. A spiegare il no alla modifica alla normativa è l’assessore regionale alla Semplificazione Maurizio Marrone. «Sicuramente la Legge attuale va rivista – spiega l’esponente di FdI –, perché inefficace, ma il metodo di un emendamento “mordi e fuggi” ci crea qualche perplessità. Preferiremmo di certo una revisione completa e approfondita della norma che vada a colpire con efficacia il gioco illegale, la ludopatia online e soprattutto le infiltrazioni della malavita organizzata che le inchieste stanno evidenziando anche in Piemonte nel business delle slot a fianco degli operatori puliti».
Dalla minoranza i toni sono forti. «È comparso un emendamento presentato alla chetichella – dice Giorgio Bertola, consigliere regionale dei 5 Stelle –. Questo è un fatto gravissimo, perché la Legge è in discussione in Commissione ed è stato messo lì senza dire nulla, magari pensando che nessuno se ne accorgesse. Noi questo non lo permettiamo, è una cosa veramente vergognosa».
«Con il favore della notte, come nelle peggiori tradizioni della politica, la Giunta di destra del presidente Cirio ha organizzato un blitz per svuotare la Legge regionale sul contrasto al gioco d’azzardo – è il commento del consigliere regionale Pd, Chiara Gribaudo –. Stiamo parlando delle norme sul distanziamento delle sale slot dai luoghi come scuole, bancomat, istituti di credito, cioè luoghi considerati sensibili. Insomma vogliono aprire al “Far West” del gioco d’azzardo, mandando all’aria tutto il lavoro che le Istituzioni e le Associazioni hanno fatto e stanno facendo contro le ludopatie. Una decisione grave, che diventa gravissima tenendo conto del momento di crisi economico-sociale post Covid che stiamo vivendo».
«Noi ci opponiamo sia nel merito che sul metodo al “RipartiSlot” – spiega Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione Piemonte –: in questo Omnibus c’è di tutto, dalla privatizzazione del CSI, preludio dello smembramento del Consorzio, atto contrario all’interesse pubblico, fino alla possibilità che il presidente di Arpa Piemonte possa fare consulenze a pagamento, intaccando in modo irrimediabile il suo ruolo di garante e controllore pubblico. Ma non solo; la Lega e Cirio vogliono il Far West: più polvere da sparo tra i nostri monti e nelle campagne, e più slot e malati di gioco d’azzardo in ogni città piemontese. Con un solo colpo, infatti, la maggioranza vuole cancellare la legge più avanzata di contrasto alla ludopatia d’Italia. In un momento drammatico economicamente e socialmente per il nostro Paese, e con le notizie allarmanti che arrivano dalla Cina, la Lega in Piemonte ritiene che non ci sia nulla di più urgente che sparare alle allodole e far tornare le lobby della notte, quelle del gioco d’azzardo con le loro slot ad ogni angolo delle nostre strade».
Gruppo Abele e Libera: «In un momento di crisi come questo, il gioco d’azzardo può diventare una falsa speranza»
«In un momento di crisi come questo, il rischio che i piemontesi cerchino nel gioco una falsa speranza per risolvere problematiche economiche è altissimo e pensare di aumentare l'offerta sgretola un argine solido della legge 9/2016 che, non dimentichiamo, ha avuto il merito di contrastare». A lanciare l’allarme sono il Gruppo Abele e Libera che contestano alla Giunta regionale del Piemonte di aver presentato un emendamento al DDL Omnibus, al momento in discussione in Consiglio regionale, per modificare la normativa attiva dal 2016. Una legge nata per contrastare il gioco d’azzardo patologico che, in pochi anni di applicazione, ha raggiunto importanti risultati.
«Abbiamo sempre espresso la nostra contrarietà – scrivono in una nota – alla modifica dell’impianto normativo e oggi apprendiamo che la Giunta del Piemonte ha deciso di eliminare la retroattività della legge». Il rischio, come detto, è quello della riapertura di luoghi dediti al gioco d’azzardo anche in aree ritenute sensibili. La Legge impone agli esercizi pubblici e commerciali, ai circoli privati, a tutti i locali pubblici o aperti al pubblico, nonché alle sale da gioco e alle sale scommesse attive nei pressi di luoghi considerati sensibili (scuole, parrocchie, banche, centri anziani) presso cui, alla data del 19 maggio 2016, erano collocati apparecchi per il gioco, di disinstallarli. Un punto importante per difendere le fasce a rischio, individuando luoghi sensibili da tutelare. «La Giunta indica – illustra la nota – come motivazione all’emendamento la salvaguardia dei posti di lavoro del comparto gioco; noi siamo assolutamente convinti che tutti i lavoratori vadano accompagnati e sostenuti, ma certo non attraverso un sistema che privilegia il dato economico ai rischi sociali».
I gestori: «Eliminare la retroattività della legge regionale è un atto di civiltà giuridica»
«Finalmente il Piemonte si allinea al divieto di retroattività, già stabilito dalle altre Regioni italiane. È un atto di civiltà giuridica». Con queste parole Massimiliano Pucci, presidente di Astro, l’Associazione dei gestori del gioco lecito, commenta l’emendamento a firma Fabio Carosso (Lega Salvini Premier), Giovanni Battista Poggio (Lega Salvini Premier), Fabrizio Ricca (Lega Salvini Premier) e Andrea Tronzano (Forza Italia) presentato dalla Giunta, che andrebbe a modificare la legge sul gioco del Piemonte, eliminando la retroattività per sale giochi e scommesse già esistenti prima dell’entrata in vigore del provvedimento normativo. «A seguito dei confronti che abbiamo avuto con le istituzioni piemontesi, la Regione ha preso atto che la legge sui giochi così com’è concepita adesso non funziona: i dati occupazionali, sanitari ed economici parlano chiaro, in tal senso. La spesa in Piemonte non è in calo, come evidenziano dati ufficiali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. È avvenuto quanto previsto: lo spostamento dei giocatori verso altre offerte, legali e illegali. L’obiettivo della politica non è difendere leggi che non funzionano, all’azzeramento dell’offerta lecita non corrisponde un calo della spesa né del numero dei malati. Gli unici effetti sono l’aumento del gioco illegale, una perdita per l’Erario e un taglio di centinaia di posti lavoro. Se l’emendamento fosse approvato, daremmo finalmente un duro colpo al gioco illegale. Come presidente di Astro sono stato minacciato di denunce da rappresentanti di operatori non autorizzati. La mia unica colpa è stata quella di presentare un esposto all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e alla Guardia di Finanza per la diffusa presenza di apparecchi irregolari nei pubblici esercizi della Regione».
Una vita rovinata dal gioco d’azzardo: intervista a un ex ludopate
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