Lo aspettava da 50 anni e, alla fine, è arrivato. Il Palio dei Rioni di Mondovì va all’Altipiano. Un Palio diverso, nell’era del Covid, con un programma ridisegnato e con una serie di gare nuove di zecca che hanno appassionato (e chissà che non possano tornare anche l’anno prossimo).
Un Palio a sei, senza la corazzata Ferrone, il Carassone e le Frazioni. Ma pur sempre Palio. E allora già le sentiamo le “malelingue” porre l’accento su questi aspetti, cercando in qualche modo di degradare una vittoria storica. Ma i fidi scudieri di Thea Tampalini e Ivan Gavotto non se ne garberanno, come novelli “Nazgul” di tolkiana memoria hanno incenerito gli avversari, sconquassati dal nero brillante delle loro magliette. Questa volta non ce n’è stato per nessuno, l’oscura (ma solo per il colore) orda cavalleresca ha conquistato ben 159 punti, riconquistando un successo che, come dicevamo, mancava da ben 50 anni. Era il 1970, e forse in pochi ricordano quel Palio organizzato dal Csi, in cui l’Altipiano guidato da Sergio Pezza confermava la vittoria dell’anno precedente. Poi più nulla. In quello che dal 2014 chiamiamo “Palio Montis Regalis” solo delusioni, sei edizioni in cui i nerovestiti hanno dovuto guardare dal basso i successi di Piazza prima e Ferrone poi. L’egemonia è stata spezzata e la città ha un nuovo rione da guardare con rispetto. Sì, perché la classifica finale di quest’anno racconta di un Palio combattuto, ma conquistato da chi, oggettivamente, ha avuto una marcia in più nell’ultima settimana. La “cazzimma” direbbero a Napoli, una determinazione che ha consentito all’Altipiano di portarsi a casa un filotto davvero invidiabile nelle ultime gare, quelle decisive.
Due successi (Fotoquiz e Caccia al Tesoro, con un incredibile Giullare giocato proprio sulla Caccia) e due secondi posti (Audio Video Test e Spesa) hanno certificato ciò che molti immaginavano, alcuni speravano e altri solo ipotizzavano: l’Altipiano non molla mai. Insomma un successo frutto di una determinazione in costante crescita e di cavalli da battaglia mai domi.
Una veemenza capace di lasciare di sasso l’incompiuta Via Cuneo, ancora una volta relegata al secondo posto. Un buon risultato, certo, ma le speranze alla domenica erano addirittura di vittoria. E poi il Sant’Anna che, ancora una volta, non riesce ad esprimere sul campo tutto l’enorme potenziale di cui dispone: non è stato l’anno buono nemmeno questo, ma i colpi ci sono, basta avere un poco di costanza in più. Segue il Piazza, sempre tosto, ma arruffone, ricacciato al quarto posto complice alcune debacle impensabili alla vigilia (cosa è successo nella Corsa con i sacchi e nella Caccia al tesoro?). Poi il Breo e il Borgato, i cugini rivali che non hanno saputo cogliere l’occasione di un palio a ranghi ridotti per scrollarsi di dosso le ultime posizioni. Ma sprazzi di luce ci sono anche per loro. Solo sprazzi però, perché il nero vessillo dell’Altipiano ora sventola su ogni rione. Sono arrivati i “Nazgul”, signori e signori. E quest’anno non c’è storia, la terra al loro passaggio brucia. E allora quest’anno si godranno la loro vittoria e agli altri non resta che un monito lasciatoci da qualcuno ben più saggio di noi… “Fuggite… sciocchi”.