L’Appello/Nuovi Riti Quotidiani

di LAPIS
Dal settembre di quest’anno la scuola inaugura una nuova serie di step preliminari da espletare in scrupoloso ordine sequenziale al momento in cui si varca la soglia dell’Istituto. E’ una sorta di passaggio alla security come negli aeroporti, un check-in prima dell’imbarco verso l’aula della prima ora. Possono naturalmente sussistere lievi varianti di carattere organizzativo da istituto a istituto, ma in generale i “passeggeri” vengono scrupolosamente controllati e registrati: i docenti passano il badge (una sorta di carta di imbarco) per registrare la loro presenza, segue l’igienizzazione delle mani da apposito dispenser, sostituzione della propria mascherina con mascherina chirurgica messa a disposizione dall’Istituto e misurazione della temperatura con termoscanner (il metaldetector del covid) che, in alcuni casi, ha anche il dono della parola. Quando la voce metallica del termoscanner dice “Autenticato” (talvolta la mia temperatura mattutina si aggira intorno ai 34 gradi) si può passare al gate e, finalmente, imbarcarsi. Arrivati ai piani delle classi ci si ritrova catapultati in una puntata di Grey’s Anatomy: tanti piccoli chirurghi seduti al banco con mascherina in accordo con il protocollo di sicurezza. Se il distanziamento è garantito, è possibile proferire parola abbassando la barriera, pronti però a risollevarla in caso di spostamenti dalla postazione del banco (o della cattedra). Per anni abbiamo insegnato ai ragazzi ad essere pronti alla condivisione. Ebbene, ora se al compagno manca un libro o una penna, è proibito lo scambio promiscuo di materiali. Certamente i ragazzi conoscono le ragioni di tali restrizioni, non si tratta di un diniego immotivato; tuttavia si avverte un senso di lutto per la perdita di momenti clou dello stare a scuola: l’intervallo, per esempio, si trascorre consumando la propria merendina seduti al banco e il passaggio di bigliettini, una delle pratiche più emozionanti dello stare a scuola, si è persa del tutto. Lo scambio di materiale cartaceo, infatti, è particolarmente rischioso. Tanto rischioso che il momento delle verifiche prevede che il ritiro dei compiti sia seguito da un periodo di 48 ore in cui i suddetti compiti restano chiusi a decantare prima che il pacco possa essere riaperto per la correzione. Questi severi e giusti protocolli sono benvenuti perché ci consentono di fare didattica in presenza. Almeno fino a che la campanella di uscita non segni un “liberi tutti” che spinge gli animali chiusi in gabbia a esplodere in baci e abbracci appena varcata la soglia di uscita.