C’è il nuovo DPCM: bar e ristoranti chiusi alle 18. Ecco le nuove norme
Il premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo DPCM. Un semi-lockdown, lo hanno definito a Roma: impone la chiusura dalle 18 alle 5 di tutti i locali pubblici (bar, ristoranti, pub, pasticcerie, gelaterie, pizzerie...), 7 giorni su 7, domenica compresa. Dunque, nessuna serrata totale nei festivi. Per bar e ristoranti anche numeri stretti sul servizio al tavolo (massimo di quattro persone non conviventi). Resta sempre consentita la consegna di a domicilio; la consumazione da asporto è consentita fino alle 24 ma è vietato consumare nei pressi dell'esercizio. Sempre aperti stazioni di servizio e bar di ospedali e aeroporti. Si legge anche che "dopo le 18 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico": sembrerebbe dunque che dalle 18 in poi non sia consentito consumare cibi o bevande nemmeno ai giardini pubblici.
Nessuna nuova limitazione al commercio: ma ricordiamo che in Piemonte è in vigore l'ordinanza che impone la chiusura dei centri commerciali nei giorni di sabato e domenica, fatto salvo gli alimentari. Il DPCM scatta da domani, lunedì 26 ottobre, e resta in vigore fino al 24 novembre.
Per quel che riguarda la scuola: alle Superiori scatta la didattica a distanza via computer per il 75% degli studenti, lasciando facoltà agli Istituti di scegliere quali classi chiudere e come. Nessuna restrizione invece per il "primo ciclo", ovvero Materne, Elementari e Medie (sospese le gite per tutti). Scatta poi lo stop alle attività di palestre, piscine, impianti sciistici, impianti natatori, centri benessere e terme con la sola eccezione delle prestazioni sanitarie/assistenziali obbligatorie. Blocco totale di teatri, cinema, sale concerti, discoteche e sale da ballo, centri culturali e sociali, sale giochi, sale scommesse e sale bingo e casinò. Musei aperti, nel rispetto delle norme di sicurezza. Vietate sagre e fiere, feste locali: consentite solo in forma statica. Stop a tutti i convegni salvo quelli a distanza. Sospesi tutti gli eventi e le competizioni sportive, tranne quelle di interesse nazionale e professionistico, ma stadi e palazzetti dello sport vengono chiusi al pubblico. Restano consentite le funzioni religiose.
Non scattano invece divieti per la mobilità fra Comuni, neanche fra una regione e l'altra: il DPCM contiene solo una "raccomandazione" a limitare gli spostamenti, che ovviamente vale quel che vale. Consentito però ai sindaci di porre strette su situazioni specifiche, in modo da limitare gli assembramenti. Il governo, si apprende ancora, sta accelerando sulle misure di ristoro da 1,5-2 miliardi per le categorie messe più in difficoltà dalle misure. Un Consiglio dei ministri potrebbe essere convocato nelle prossime ore.