Dal gusto “glam” alle rivoluzioni sessiste

Nel 2014 il pop si confrontò per la prima volta con il tema della fluidità di genere. L’artista austriaco Tom Neuwirth si impose con la canzone Rise Like A Phoenix all’Eurovision Song Contest con il nome d’arte di Conchita Wurst e divenne la prima drag queen a vincere un contest continentale. Il tema “gender” nel mondo musicale è spesso utilizzato come strumento capace di provocare una reazione, talvolta di rifiuto, in altre di accettazione della diversità e delle tematiche che questo porta con sè. Si è portati a pensare, ancora più facilmente nella musica pop, che l’abito faccia il monaco, o che alcuni atteggiamenti ed alcune esteriorizzazioni rappresentino l’espressione dell’interiorità dell’artista. In realtà, specie dal secondo dopoguerra, ci è stato insegnato che non tutto ciò che un occhio vede o ascolta, rappresenti effettivamente la, o una, realtà. Da David Bowie alla attuale trap, passando per le quintalate di provocazioni insite nel rap, il mondo musicale è pieno di messaggi in cui esagerazioni o iperboli verbali, spesso legate ad uno slang volgare, servono a capovolgere la percezione dello spettatore: se la prima reazione è quella del rifiuto, scavando a fondo si possono trovare livelli di lettura assai più interessanti. Bowie fu tra i primi a scardinare l’iconografia rock, da lì in poi definita “glam”, agli occhi di un’opinione pubblica britannica ancora tradizionalista e reazionaria, e per quanta strada si sia fatta il belga Stromae nel 2013 ha ancora denunciato la mancanza di reazione da parte della società a fenomeni come razzismo, sessismo e omofobia. In modo provocante, ma sotto una lente più sottile, si muove Stefano Rampoldi, artista italiano che, a partire dal nome d’arte Edda, offre nelle sue canzoni un punto di vista soggettivo “al femminile” perchè – ha più volte raccontato – questo lo aiuta ad elevare la propria dimensione spirituale. Altro esperimento assai curioso è quello dei La Crus nel reinterpretare il brano Pensiero Stupendo. Mauro Ermanno Giovanardi canta con Patty Pravo il celebre duetto, ma la sorpresa che via via si crea nella canzone è che il trio, che viene chiuso dall’ingresso di Manuel Agnelli, vede la figura femminile inserirsi all’interno di una relazione tra due uomini: potere della musica e dell’interpretazione artistica.
SPECIALE ROVESCIAMENTO - CULTURE CLUB 51
Lorenzo Barberis - La poetica del rovesciamento
Viter Luna - Dal gusto Glam alle rivoluzioni sessiste
Giovanni Rizzi - Cattivi, nuovi eroi
Bonus track: Marika Mangini - Black&White - Rovesciamento in letteratura
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