Prostituzione cinese da Milano a Mondovì, chiesta la condanna dei dieci imputati

(a.c.) – “Lussuria Orientale” scattava nel giugno di cinque anni fa. Una maxi-operazione coordinata dal sostituto procuratore Chiara Canepa e dai Carabinieri di Cuneo che aveva sgominato i “tentacoli lunghi” della rete di prostituzione che si allungava in tutto il Nord Italia. Da Milano venivano smistate le ragazze in arrivo dalla Cina nelle “case di prostituzione” di varie località tra cui Mondovì, Cuneo, Barge e Manta. I numeri erano impressionanti e avevano portato al sequestro di 25mila euro in contanti e all’individuazione di 60 giovani cinesi, introdotte illegalmente in Italia, che spesso vivevano segregate nelle case di appuntamenti. Tra le donne avviate al meretricio da J.Z. – 40 enne cinese e ritenuta dagli inquirenti un “personaggio trasversale” per via dei suoi molteplici contatti con gli altri sospettati – c’è la 37enne X.H.W., divenuta in seguito tenutaria di una “casa” in corso Italia a Mondovì e anche di un’altra a Vicenza.
Il taccuino di Mondovì
Proprio la perquisizione eseguita a Mondovì aveva avuto un ruolo fondamentale nelle indagini: il taccuino appartenente a X.H.W. conteneva annotazioni con numeri di telefono, indirizzi e contatti di altre persone che si ritiene essere state coinvolte nel racket.
Le altre case in Granda
Sempre nella “Granda” la casa di appuntamenti di Barge sarebbe state acquistata dalla coppia formata dal 52enne W.K. e dalla 51enne Y.Y., attivi nel reclutamento di ragazze dal “quartier generale” di Milano. Secondo la Procura, i metodi dei due non disdegnavano il ricorso a intimidazioni e pressioni psicologiche sulle prostitute più riluttanti. A Manta avrebbe operato invece la 54enne Q.X.Y., conosciuta con il soprannome di Nana: in suo possesso erano stati trovati una Sim corrispondente al numero registrato su un sito di annunci erotici e 4mila euro in contanti.
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Dieci imputati, le richieste
Sono dieci in tutto gli imputati del procedimento principale originato dall’inchiesta. Per essi, la Procura ha chiesto la condanna a pene detentive per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. In particolare: 16 mesi di reclusione per T.P., italiano 55enne domiciliato in provincia di Mantova, e marito di J.Z., che ha in seguito patteggiato. Chiesti 2 anni per il milanese A.L., per Q.X.Y. detta Nana, che avrebbe operato a Manta e per Y.J.Z. detta Tie, attiva a Mantova. Tre anni per X.H.W., tenutaria della casa a Mondovì, e per i milanesi E.B. e F.L.; 3 anni e 6 mesi per M.T. che si ritiene abbia riciclato i proventi delle case di Mondovì e Manta e avviato un centro massaggi a Firenze; 4 anni e 6 mesi per W.K. e Y.Y, la coppia della casa di Barge. Nell’udienza del 27 gennaio prossimo i giudici ascolteranno le arringhe difensive.